Draghi, domani ultime dichiarazioni da governatore Bankitalia

Mancano cinque mesi alla fine del mese di ottobre, quando il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, assumerà le vesti di presidente della BCE, divenendo così governatore centrale europeo. L’ufficializzazione della nomina sarà il 24 giugno, ma già con il vertice dell’Eurogruppo e dell’Ecofin di due settimane fa, di fatto, egli è già il governatore “in pectore” della BCE, succedendo a Jean-Claude Trichet.

Per questo, il discorso che terrà domani, dinnanzi alla platea degli azionisti della Banca d’Italia, è vista anche come l’ultima occasione formale, per esprimere le sue considerazioni finali sullo stato dell’economia italiana, da governatore “italiano”.

E così, secondo le previsioni, Draghi domani dovrebbe affrontare il nodo del sistema bancario italiano, sostenendo che esso ne esce bene dalla crisi che lo ha colpito a livello mondiale. Non ha subito shock e ha superato agevolmente gli stress test. Il nodo italiano, invece, sarebbe la bassa crescita, conseguente alla bassa produttività. Su questo punto, egli dovrebbe battere molto, come ha già più volte fatto in passato, sostenendo la necessità di procedere alle riforme, che non avranno benefici immediati, per cui si dovrebbe accettare il rischio di incorrere in una momentanea impopolarità, ma necessaria per potere affrontare il problema della crescita del pil, in modo strutturale.

In veste anche di presidente del Financial Stability Forum, Draghi dovrebbe rivendicare il suo operato, che dovrebbe essere messo nero su bianco, prima che assuma la carica di governatore BCE. Tra le varie tematiche affrontate, c’è la questione delicata delle istituzioni “too big, to fail”, ossia di quei colossi bancari e finanziari, che fallendo, trascinerebbero tutto il sistema a fondo, a causa delle loro dimensioni. Egli dovrebbe ribadire la necessità di sostenere le istituzioni in crisi, ma senza che il contribuente debba pagare per colpe del sistema finanziario, il che sarebbe inaccettabile.

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