Eto’o punisce il Palermo e regala la Coppa Italia all’Inter

One man show. L’Inter batte il Palermo nella finale di Coppa Italia, ma a decidere la sfida è un uomo solo, un fuoriclasse: Samuel Eto’o. Proprio lui che in questa stagione  sorretto la squadra neroazzurra, caricandosela sulle spalle nei momenti difficili e aiutando i compagni con i suoi gol, ovvero ciò che gli riesce meglio. La finale dell’Olimpico di Roma è un susseguirsi di emozioni, a partire dai 40.000 tifosi del Palermo, giunti per spingere i siciliani ad uno storico traguardo.

Ed i rosanero partono subito fortissimo, chiudendo l’Inter nella propria metà campo e sfruttando i fraseggi e la velocità del trio Pastore-Ilicic-Hernandez. Proprio quest’ultimo apre le danze dopo pochi secondi calciando di poco a lato, ma al Palermo manca il cinismo necessario per colpire gli avversari, come quando Pastore entra in area e, solo davanti a Julio Cesar si allunga troppo il pallone.

Errore imperdonabile, specialmente quando si ha di fronte un campione come Eto’o, che buca la difesa avversaria su un preciso filtrante di Sneijder e batte Sirigu per l’1-0. I siciliani continuano a giocare bene, ma la più grande occasione del primo tempo arriva grazie ad una serie di rimpalli nell’area neroazzurra, ma Julio Cesar sventa la minaccia.

Nella ripresa il neo-entrato Miccoli sfiora il gol di testa, costringendo al miracolo il portiere dell’Inter, ma alla mezz’ora del secondo tempo il Palermo perde un pallone nella propria metà campo, Sneijder lo raccoglie e lo serve ad Eto’o, che si accentra e batte Sirigu con un diagonale perfetto. La reazione dei rosanero è tardiva, con il colpo di testa vincente di Munoz (che poco dopo si farà espellere) che riaccende le speranze di rimonta.

Speranze stroncate poco dopo quando Pandev serve a Milito l’assist per il definitivo 3-1. L’Inter può così festeggiare la sua settima Coppa Italia (la quarta negli ultimi 7 anni), che è anche il primo titolo di Leonardo allenatore. Nulla da fare per il Palermo che, nonostante il bel gioco creato, si è dovuto arrendere davanti ad una squadra molto più cinica ed esperta.

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