PDL, primo atto: Alfano segretario nazionale

Questa volta la reazione c’è stata ed immediata. A poche ore dalla sconfitta elettorale alle amministrative, il Popolo della Libertà ha dato prova di avere capito la lezione impartitagli dai propri elettori e ha iniziato quella nuova fase di riorganizzazione che parte dalla messa in discussione degli incarichi nazionali. I tre coordinatori Bondi, La Russa, Verdini non sono stati messi da parte, anche perchè bisognerebbe celebrare prima un congresso al fine di rimuoverli e resterebbe comunque il problema della rappresentanza di tutte le anime del partito (ex An e Fi). Tuttavia, il partito cambia immagine, perchè d’ora in avanti a rappresentarlo ci sarà Angelino Alfano, attuale ministro della Giustizia, il quale dovrebbe lasciare il dicastero tra poche ore. Al suo posto dovrebbe andare uno tra Elio Vito, attuale ministro per i rapporti con il Parlamento, o Maurizio Lupi, dell’ala cattolica del PDL.

Angelino Alfano è stato nominato segretario politico nazionale. Anche dal nome della nuova carica, si avverte un’aria di cambiamento nel PDL. La figura del segretario non era fino ad oggi nè prevista, nè tanto meno gradita dal premier, che la considerava un retaggio della Prima Repubblica. Ma il risultato di pochi giorni fa lo avrebbe finalmente convinto della necessità di dare al partito un’organizzazione vera, di rinunciare all’idea di un partito leggero che, per quanto abbia in sè ragioni serie, non si adatta alla storia politica italiana, nè a quella dell’Europa continentale, in cui i partiti sono ben radicati sul territorio e organizzati, non semplici comitati elettorali che si ritrovano ad ogni elezione.

Con Alfano segretario del PDL, Berlusconi avrebbe raggiunto più di un obiettivo. Egli è, infatti, un uomo stimato da tutto il partito, potendone così rappresentare tutte le anime; è ben visto fuori dal PDL per il suo equilibrio e la sua serietà; è giovane, garantendo un rinnovamento di fatto; è del sud, potendo così dare voce alle classi dirigenti meridionali, che altrimenti rischierebbero di restare inascoltate.

Insomma, l’identikit di Alfano lo rende l’uomo giusto al posto giusto. L’unica cosa che adesso Silvio deve evitare è di lasciare scoperta la rappresentanza degli ex An, che non possono accontentarsi della figura di un coordinatore dimezzato come La Russa.

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