Il Governo ci riprova: il popolo è sovrano ma la Consulta blocchi il referendum

Aveva definito la consultazione “inutile“, aveva affermato che il Governo avrebbe “tenuto conto della volontà dei cittadini” ma, con una (inspiegabile?) giravolta a 360 gradi, ecco che Silvio Berlusconi in quanto Presidente del Consiglio ha dato mandato all’avvocatura dello Stato di interpellare la Corte Costituzionale sull’ammissibilità del nuovo quesito sul nucleare, dopo il via libera della Corte di Cassazione. Il Governo quindi non si rassegna a fare da spettatore e con quest’ultimo atto (firmato il primo giugno da Gianni Letta) ritorna ad ostacolare la libera e democratica consultazione dei cittadini chiamati ad esprimersi il 12 e 13 giugno anche sul nucleare. L’attacco è deciso e mirato contro quanto deciso dalla Cassazione (che ha riformulato il quesito per adattarsi al decreto legge “Omnibus”) e si spinge di fatto a giudicare illegittimo il suo ‘intervento perché “a quest’ultima spetta solo una verifica formale dei requisiti e non anche ulteriori valutazioni sostanziali”, scrive nella memoria Maurizio Fiorilli, l’avvocato dello Stato.

Nel testo, che dovrà essere avallato o respinto della Consulta il 7 giugno prossimo, si sostiene anche che con il Dl Omnibus il Governo ha modificato sostanzialmente le norme precedenti, oggetto del referendum, e per questo gli elettori voteranno un quesito “del tutto difforme rispetto a quello in base al quale sono state raccolte le sottoscrizioni necessarie allo svolgimento”. Con la decisione della Cassazione, inoltre, secondo l’avvocatura è cambiata la natura stessa della consultazione “che non è più abrogativa ma propositiva, se non consultiva…poichè non deriva dai commi 1 e 8 dell’articolo 5 la possibilità di realizzare centrali nucleari, né di dar corso ad una politica energetica fondata sul nucleare ne consegue che ciò che si chiede all’elettorato è di esprimersi sull’opportunità che in futuro, sulla base di nuove scelte, l’Italia adotti una strategia energetica”.

Intanto anche l’associazione FareAmbiente presieduta da Vincenzo Pepe ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro il referendum nucleare, grossomodo sugli stessi presupposti. Il quesito su cui si vota infatti è secondo Pepe “diverso da quello proposto dal comitato referendario e su cui si sono raccolte le firme. I cittadini che hanno sottoscritto la proposta referendaria hanno sottoscritto quel quesito e non altri, che ora invece sono oggetto di referendum. Una distorsione della volonta’ dei cittadini sottoscrittori.” L’associazione annuncia inoltre che se la consulta dovesse ritenere infondato il ricorso si rivolgeranno alla corte di giustizia europea.

Non è mancata la reazione “a caldo” del presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che accoglie con molta amarezza la notizia del ricorso del Governo ed afferma che è palese la volontà di impedire “a tutti i costi” che i cittadini si esprimano democraticamente. ”E’ lecito pensare che dietro una cosi’ marcata ostinazione ci siano interessi economici enormi che stanno condizionando il governo e la maggioranza. Per questo governo l’affare da 30 miliardi del nucleare e’ piu’ importante della democrazia, del futuro e della sicurezza dei cittadini” conclude Bonelli.

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