Portogallo svolta a destra, pesante sconfitta per socialisti

Il Portogallo ieri è andato alle urne per eleggere con il voto anticipato i 230 deputati alla Camera, organo legislativo unico a Lisbona. E il risultato è stato secondo le previsioni, anzi, a dire il vero, è persino andato oltre, perchè se i sondaggi della vigilia erano tutti per il centro-destra, a seggi chiusi, la batosta per i socialisti del premier uscente José Socrates è stata ben più pesante del previsto: il Ps, al governo fino a oggi, ha raccolto solo il 28,5% dei consensi, contro il 40,6% dello sfidante diretto, il Partito social-democratico (Psd) di Pedro Passos Coehlo, liberale di centro-destra, che può vantare ben 105 deputati, a cui si aggiungeranno gli altri 24 del partito di destra Cds-Pp, portando la nuova maggioranza a 129 seggi su 230. I socialisti crollano a 73 seggi, mentre altri 16 vanno al blocco dell’alleanza tra comunisti e verdi e solo 4 all’estrema sinistra. Altri 4 seggi, per i portoghesi all’estero, saranno distribuiti nei prossimi giorni, quando il 15 giugno si conosceranno i risultati.

Il voto di ieri, dunque, conferma un calo, anche abbastanza forte, di tutti i partiti della sinistra, da socialisti a comunisti, mentre il blocco di centro-destra segnala una forte affermazione elettorale. Ciò che colpisce, inoltre, è che l’opposizione dei comunisti al piano di austerità, che fu poi la concausa della crisi di governo, la quale ha portato alle elezioni politiche anticipate di ieri, non ha avuto alcun effetto positivo sul loro trend elettorale, al contrario. Come se gli elettori lusitani avessero ben compreso della necessità di fare sacrifici e cambiare politica economica, punendo i partiti considerati più irresponsabili.

A spoglio quasi definitivo, il premier uscente Socrates ha riconosciuto la sconfitta e ha rassegnato le dimissioni dalla carica del partito socialista, annunciando di volersi ritirare dalla vita politica, dopo 25 anni di militanza. Il vincitore di queste elezioni e futuro premier Pedro Passos Coelho ha voluto lanciare un segnale di fiducia all’Europa, affermando che farà di tutto per ripagare il debito contratto con UE e Fmi di 78 miliardi di euro.

Altro dato da non sottovalutare è poi il tasso di astensione dal voto, che si aggirerebbe intorno al 42%, il più alto dai tempi della Rivoluzione dei Garofani, nel 1974, che segnò il passaggio alla democrazia del Portogallo.

Impostazioni privacy