“Processo mediatico”. Ecco l’orgoglio atalantino

Come noto, uno dei personaggi nell’occhio del ciclone-scommesse è senza dubbio il capitano dell’Atalanta neopromossa Cristiano Doni, che, indagato per le vicende di cui si sta occupando la procura di Cremona, sembra aver trascinato insieme con lui un’intera città.

Infatti, i bergamaschi non ci stanno e hanno risposto con forza alle accuse che in queste ore si stanno abbattendo sugli orobici. Come? Con importanti manifestazioni e tappezzando la città di striscioni, il più significativo dei quali recita: “Rabbia, Orgoglio, Indignazione. Usciremo a testa alta da questa situazione”.

Di sicuro la professione di fede nerazzurra è molto sentita in città, tanto che alcuni sono disposti anche a controbattere le critiche provenienti da alcuni organi di stampa, rei, a dir dei tifosi atalantini, di aver messo in piedi un vero e proprio “processo mediatico”.

Per questa ragione il tifo è sceso in piazza e non, come avvenuto poche settimane fa, per celebrare un successo sportivo bensì per difendere una fede e una città. Oltre duemila tifosi nerazzurri si sono dati appuntamento in città per una marcia contro la colpevolizzazione del club attuata in questi giorni. “Se siamo colpevoli, pagheremo, ma quello che sta accadendo è inammissibile” hanno dichiarato in coro i fedelissimi, e per dimostrare tutto il loro attaccamento alla maglia e al loro capitano hanno portato striscioni, bandiere e fumogeni, mentre alcuni indossavano magliette raffiguranti il numero 72 della bergamasca con su scritto: “Io sto con Doni”. Innumerevoli i cori contro i giornalisti.

Insomma Bergamo è pronta a pagare quello che c’è da pagare, tuttavia sempre con l’orgoglio di una delle squadre che ha fatto la storia del calcio italiano.

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