Caso P4: il governo vuole una stretta sulle intercettazioni

L’inchiesta sulla P4 ha messo in imbarazzo gran parte della casta politica e, prontamente, torna in auge il tema delle intercettazioni. “Quello che sta avvenendo con la sistematica pubblicazione di intercettazioni che non hanno alcun rilievo penale, ma che riguardano la vicenda politica italiana, è semplicemente scadaloso, anche perché è una operazione mirata e a senso unico” ha dichiarato Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla camera. Le intenzioni sono perciò chiare: bisogna porre un freno alle intercattazioni.

Cicchitto ha ribadito l’inaccettabilità di procedere contro qualcuno utilizzando conversazioni private. “Nei mesi passati l’operazione è stata fatta su Arcore. Oggi attraverso Bisignani sono stati intercettati alcuni ministri e altri uomini politici con l’evidente obiettivo di destabilizzare il Pdl. Queste operazioni di per sè assolutamente irregolari non vengono neanche fatte a 360 gradi. Ad esempio ci immaginiamo quali effetti potrebbero esserci se fosse intercettato il maggior lobbista di Carlo De Benedetti, ma è evidente che in questo quadro egli può lavorare in assoluta tranquillità”, ha aggiunto il capogruppo del partito di Silvio Berlusconi. Vista l’inchiesta contro un parlamentare del Pdl, Alfonso Papa, il partito sta studiando un modo per fermare la pubblicazione delle intercettazioni. Nel Pdl si è dichiarato che il tema delle intercettazioni è discusso da tempo, ma ora che sono state pubblicate delle vicende private sui giornali non si può rimanere “con le mani in mano”.

Cicchitto parlando della questione ha concluso dichiarando: “Io dico solo che se venissero intercettati tutti i vari lobbisti che sono in azione sulla scena politica nazionale, ci sarebbe senz’altro un panorama di informazioni più ampio”. Angelino Alfano, ministro della Giustizia ha dichiarato che “le intercettazioni che leggiamo sui giornali che sono anche divertenti ma che non hanno niente di penalmente rilevante non sono gratis per il sistema. Il debito accertato nei confronti delle ditte e degli operatori telefonici è di un miliardo di euro”.

A rispondere ad Alfano ci ha pensato direttamente il procuratore di Napoli Giovandomenico: “La rilevanza o meno delle intercettazioni va valutata dal magistrato requirente e dal giudice giudicante, cosa che è regolarmente avvenuta”. Il procuratore ha poi continuato: “Nulla è gratis. Se il governo pensa che gravino troppo sul bilancio, le vieti. Sono certo che il ministro Alfano, persona intelligente e preparata, voleva solo rivolgere un invito a limitare le intercettazioni per la crisi economica, ma la crisi non può bloccare il lavoro dei magistrati”.

 

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