Fmi, Lagarde favorita dopo “esami” del board

Si sono concluse le audizioni dei due candidati rimasti in gara per la carica di direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, carica rimasta scoperta, dopo che il dimissionario Dominique Strauss-Kahn è stato arrestato per stupro ai danni di una cameriera dell’albergo in cui alloggiava a New York.

Al rush finale, sono rimasti solo Christine Lagarde, attuale ministro delle finanze di Parigi, e Augustin Carstens, governatore centrale messicano.

In realtà, sin dall’inizio erano questi i nomi dati per quasi certi per la scrematura finale dei candidati, anche se le possibilità di farcela del messicano sono pari a quasi zero.

Nonostante il Messico, così come altre economie emergenti, rivendichi il diritto ad avere un proprio dg alla guida di un’istituzione finanziaria così importante, ponendo fine alla tradizione quasi settantennale di una guida sempre e solo europea, la Lagarde gode di gran lunga dei pronostici della vigilia, grazie a un accordo tra USA e UE, che non dovrebbe essere messo in discussione neanche in quest’occasione, con un sostegno convinto della francese di stati forti come Francia, Gran Bretagna, Italia, Germania.

Lo stesso Carstens, in realtà, non è stato in grado di allargare il suo consenso a stati membri del board dell’Fmi, con i “rivoltosi” Paesi Brics, che alla fine si sono convinti dell’opportunità di fare un passo indietro, appoggiando Lagarde, nella speranza che al prossimo turno venga loro restituito il favore.

In fase di selezione, Christine Lagarde ha ribadito al board esaminatore la volontà, nel caso diventasse dg, di proseguire il cammino delle riforme già intraprese dal Fondo Monetario.

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