Bisignani nell’interrogatorio ha parlato della sua “ragnatela”

Luigi Bisignani, al centro dell’indagine P4, parla della sua ragnatela di contatti, da Letta a “la sola volta che parlai con Berlusconi”, dai magistrati alla Guardia di Finanza, dai politici ai giornalisti. “Mi chiamo Bisignani Luigi e sono nato a Milano il 18 ottobre del 1953. Intendo rispondere sui fatti per cui sono stato arrestato”, questo risulta essere, dai verbali dell’interrogatorio svoltosi lunedì scorso, l’incipit del discorso rivelatore dell’indagato Bisignani.

Bisignani parla di Enrico Letta: “Sicuramente parlavo e informavo il dottor Letta delle informazioni che mi venivano comunicate e partecipate. E che lo potevano riguardare direttamente, o indirettamente, come la vicenda di Denis Verdini o quelle che riguardavano il sottoscritto (…) Vede, Letta è stato il mio testimone di nozze. Lo conoso da 40 anni. Quando parlavamo, logicamente, era di cose, di inchieste, di quello che c’era sui giornali”. Bisignani poi continua: “A Roma si parla solo ed esclusivamente delle inchieste (…) Parlammo dell’affare Chiorazzo, perché nel suo primo numero, il quotidiano “il Fatto” aveva sulla sua prima pagina: “Letta indagato” (…) È vero, con Letta parlai di Alfonso Papa, che per altro lui conosceva, perché da direttore generale del ministero (di Giustizia ndr.) aveva partecipato ai preconsigli dei ministri (…) Devo dire la verità, io, negli anni, non ho mai tenuto la mia porta chiusa con nessuno. Se ho potuto dare un consiglio, l’ho sempre dato”.

L’indagato poi parla del suo rapporto con la maggioranza, del fatto che il suo operato di influenze e pressioni è fatto per amore della politica e della “coesione della maggioranza” del centro-destra. I magistrati incalzano poi sulla figura di Alfonso Papa e sulla sua elezione in Parlamento e Bisignani parla anche di questo: “Nel 2008, Papa mi chiese di appoggiarlo e ne parlai con Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, che compilava le liste. Verdini, con cui ero in buoni rapporti da anni, mi disse: “Avvocati e magistrati ben vengano, sono bene accetti, perché il Parlamento, poi..”Non era una questione di voti, ma di “posizionamento”.

L’indagato poi arriva a parlare di Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, indagato dalla Procura di Napoli. Per Bisignani è colpa sua se lo scandalo P4 è venuto a galla. Moretti frequentava il salotto di Filippo Troia, ex democristiano coinvolto in Mani Pulite, zio del direttore del TG1 Minzolini. La vicenda P4 nasce con le indagini su “Italian Brakes”, un’azienda che produce freni per convogli ferroviari, di cui Bisignani è azionista. “Moretti era amico di Troia e vedeva Papa sempre lì. Vedo che ora Moretti, l’ex sindacalista della Cgil che Necci mi presentò come “la sua carta di credito nel Pci”, ha un atteggiamento di grande distacco nei miei confronti, ma ricordo che veniva da me per essere aiutato a diventare ad delle Ferrovie…”, così ha dichiarato Bisignani riguardo Moretti.

Le rivelazioni di Bisignani sono numerose, ma infine torna a parlare della lettera di licenziamento per Santoro e di Masi: “Su Santoro gli consigliai di scrivere la lettera di licenziamento per dimostrare che un manager non si fa mandare a quel paese da un dipendente e che se quel licenziamento fosse stato rigettato, si sarebbe dovuto dimettere”. In questo frangente Bisignani parla dell’unica volta che ha parlato con Berlusconi: “Presidente, fa un errore a mettere Masi a direttore generale della Rai. Masi è persona competente nelle istituzioni. Ma alla Rai farà male”. Il pm, durante l’interrogatorio, ha obiettato “Ma lo nominò lo stesso(Berlusconi)” e l’indagato ha prontamente risposto: “Questo dimostra che la mia influenza era nulla (…) E comunque, Santoro è il più grande regalo che Berlusconi ha. Mandarlo via è un errore clamoroso”.

 

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