Titoli di Stato, si allarga spread e rendimenti salgono

La fase che il mercato dei titoli di stato italiani stanno attraversando è piuttosto impervia e difficile e la situazione della Grecia, sempre in bilico tra bancarotta dichiarata e bancarotta mascherata, è la causa principale di tale turbolenza. A ciò si aggiunge la minaccia di declassamento dei nostri titoli, da parte di agenzie di rating internazionali come Moody’s e Standard & Poor’s. La preoccupazione dei mercati si può riassumere così: la Grecia è a serissimo rischio fallimento; se la crisi dovesse esplodere, sarebbe contagiata tutta l’Eurozona, a partire e con maggiore vigore i Paesi con conti pubblici non tranquilli, come l’Italia che vanta un debito del 120% del pil, malgrado un deficit contenuto. Con una crescita dell’1% all’anno, ce la farà il nostro Paese a diminuire il peso del suo enorme debito?

E’ questa la domanda che si fanno gli investitori e per questo i nostri bond sono avvertiti più rischiosi. La misura del maggior rischio si ha studiando l’andamento del differenziale di rendimento tra i nostri titoli e quelli tedeschi, presi a riferimento per l’Eurozona, perchè godono della tripla A, come rating.

Prima della crisi di fine 2008, lo spread sui decennali BTp-Bund era di 20-30 centesimi, un nulla. Poi è schizzato a una media di circa 150 punti base, con la crisi greca. Nelle ultime sedute, è esploso intorno a 200 punti base e ieri ha raggiunto il picco dei 223 bp, ai massimi da quando siamo nell’euro.

E l’asta dei BoT semestrali ieri è andata bene, quanto a domanda, ma i rendimenti si sono impennati, passando dall’1,66% all’1,99%, così come i CTz a due anni, il cui rendimento annualizzato ha oltrepassato la soglia del 3%, con un incremento di 37 punti base, toccando il 3,219%.

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