Grecia approva piano di austerità tra scontri di piazza e scetticismo

Ieri, il Parlamento di Atene ha approvato a maggioranza il piano di austerità, presentato dal governo Papandreou, pari a 28,5 miliardi di euro, concordato con Bruxelles, che prevede pesanti aumenti di tasse su pensioni e salari, tagli alla spesa pubblica e un pacchetto di privatizzazioni per 50 miliardi di euro.

Con il voto di ieri, si allontana la prospettiva immediata del default, che sarebbe stato imminente, in quanto la UE non avrebbe inviato i 12 miliardi di aiuti previsti, creando per Atene l’impossibilità di far fronte alle proprie esigenze di liquidità già da luglio.

Fuori dal Parlamento sono proseguite le proteste del giorno precedente, con scontri tra manifestanti e polizia. Migliaia di persone hanno sfilato per le vie della città, per esprimere la propria indignazione, per il varo di misure eccessive e troppo pesanti per la popolazione.

Nonostante il varo formale della manovra, che da oggi dovrà essere votata misura per misura, in Europa prevale più lo scetticismo realista, dopo la soddisfazione di circostanza. Infatti, quasi nessuno si illude che Atene sarà in grado di ripagare il suo enorme debito e non aiutano poi lp stato pessimo dell’economia, con una forte recessione ancora in corso e la consapevolezza a Bruxelles che il governo greco non sarà nei fatti in grado di applicare quanto vi è scritto sul piano, così come ha dimostrato la sua incapacità già in questo primo anno di crisi debitoria.

In questo clima, sono tanti coloro che pensano che alla fine sarà necessaria una ristrutturazione del debito, ma per ora si tenta la carta di un coinvolgimento “volontario” delle banche, affinché rinnovino i loro titoli alla scadenza. Sempre che i mercati non lo considerino un default di fatto.

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