Monito S&P su caso Grecia, si allarga spread BTp-Bund

Soltanto ieri mattina l’agenzia di rating Standard & Poors’ dichiarava che l’accordo tra le banche e i governi dell’Eurozona, a proposito del rinnovo alla scadenza dei titoli di stato ellenici in loro possesso, sarà considerato un “selective default“. Se l’accordo dovesse essere confermato, la prospettiva dell’agenzia sarebbe di abbassare il rating sui bond greci ulteriormente, portandolo a “SD”, la sigla, appunto, per “Selective Default”, che indicherebbe una parziale bancarotta di Atene.

Dunque, nessun entusiasmo, malgrado domenica a Bruxelles si sia deciso di varare altri aiuti per Atene e di concedere subito la quinta tranche del mega-prestito varato lo scorso anno. D’altronde, lo scetticismo sulla capacità della Grecia di far fronte ai suoi impegni di risanamento è molto forte, sia per ragioni oggettive (il debito è oltre il 150% del pil), sia per la scarsa competenza e il poco coraggio che il governo Papandreou ha fin qui dimostrato.

E le ripercussioni non si sono fatte attendere sul mercato secondario, con il differenziale tra i BTp a 10 anni e gli omologhi tedeschi Bund, che è tornato a salire, rispetto alla chiusura di venerdì. In quella data, infatti, dopo avere toccato 187 punti base, lo spread era risceso a 185 bp, ma ieri, in seguito all’avvertimento di S&P, è tornato a portarsi a quota 190 bp.

Per capire lo stato di peggioramento della fiducia sui nostri titoli di stato, si pensi che prima della crisi, il differenziale BTp-Bund a dieci anni era di appena 20-30 punti base. Poi, con l’arrivo della crisi e la prospettiva di un peggioramento dei conti pubblici, esso si è portato a una media di 150 bp, per raggiungere il culmine in queste ultime sedute, sfondando anche ampiamente la barriera dei 200 bp.

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