Tre modi per fare il tè

Esistono diversi modi per preparare il . Quello principalmente conosciuto in Occidente è l’infusione,  ma esistono altri due metodi che si sono diffusi sia nel corso della storia del tè che a seconda dei Paesi.

Il tè bollito

Dal IV sec d.C. il tè viene lavorato essiccando le foglie. In questo modo di fare il tè, le foglie sono pressate formando dei panetti duri. Per preparare la bevanda, quindi, si stacca la quantità necessaria, la si frantuma nel mortaio e la si fa bollire in acqua con altri ingredienti come, ad esempio, la buccia d’arancia, lo zenzero, il latte…ma anche il sale e la cipolla (ciò avveniva in passato). Ancora oggi, in India, ma anche in Tibet e in Mongolia, il tè viene preparato in modo simile.
Il tè sbattuto

Il tè sbattuto, invece, nasce con la dinastia Sung. Le foglie sono pestate e ridotte in polvere. Tale polvere viene messa in una ciotola con aggiunta di acqua calda, e sbattuta con un frustino di bambù fino alla creazione di una schiuma in superficie. Tutto è accompagnato da un rituale che sopravvive ancora oggi in Giappone, la cerimonia del tè cha no yu.

Il tè infuso

Il tè infuso si diffonde con l’invasione mongola e la dinastia Ming. Le foglie sono fatte essiccare e lasciate in infusione per pochi minuti in acqua non bollente. Gli occidentali hanno conosciuto, per lungo tempo, solo questo modo di preparare il tè: la tendenza inglese di aggiungere il latte, potrebbe essere stata mutuata proprio dalle popolazioni che ne facevano ancora uso, come ad esempio i mongoli. I tempi di infusione, la quantità di tè e la temperatura dell’acqua variano a seconda del tipo di tè, così come la scelta degli utensili o del servizio da tè.

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