Italia e rischio contagio, le banche nostrane sono solide

I riflettori sono tutti puntati alla riapertura delle borse di domani, dopo un weekend che più che mai è stato necessario, per prendersi una pausa di riflessione ed evitare operazioni azzardate. La piazza più colpita dalla speculazione il venerdì scorso è stata l’Italia, che ha chiuso con perdite del 3,5%, più del doppio della media tra le borse più grandi in Europa. Il caso italiano non è certo destinato a chiudersi subito, perchè il crollo di Piazza Affari è legato a dinamiche non solo del tutto passeggere.

Tuttavia, la “pace armata” tra il premier Berlusconi e il suo ministro dell’economia potrebbe fare rientrare l’allarme, sotto il profilo politico, sebbene non aiuti la sentenza sul lodo Mondadori, che punisce il premier con un obbligo a pagare 560 milioni di euro al gruppo De Benedetti e potrebbe lanciare ai mercati un segnale di indebolimento dell’esecutivo.

Il vero pericolo si chiama “stress test”, ossia le valutazioni sullo stato patrimoniale delle banche europee, che dovrebbero essere rese note entro la settimana che sta per iniziare. Secondo i dati preliminari, sarebbero 26 le banche europee a subire il monito, a causa della sotto-capitalizzazione, rispetto i requisiti del Core tier 1, quasi tutte contrate in Spagna, Grecia e Germania e Austria.

Le banche italiane, invece, dovrebbero superare il test e questo lo ha affermato anche lo stesso Draghi. Pertanto, è paradossale che siano gli istituti bancari italiani ad essere stati affondati dalle vendite del venerdì, sebbene sia evidente che quando i dati sullo stress test saranno comunicati, un pò tutta l’Eurozona subirà uno scossone, ma non vi dovrebbe essere un pericolo specifico per l’Italia.

 

 

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