Vendola: “Addio compagni, meglio amici”

Il Presidente della regione Puglia Nichi Vendola “ripudia” lo storico appellativo che usavano fra loro i militanti comunisti, socialisti e radicali. Da molto tempo si discute sull’uso del termine “compagno” all’interno dei partiti, visto che per molti l’appellativo risulta desueto e ormai anacronistico. Da molti ci si poteva aspettare una rinuncia a questa parola così “sacra” per la tradizione della sinistra, ma non da Vendola, membro storico di Rifondazione Comunista. Durante la presentazione del libro di Goffredo Bettini, “Oltre i partiti”, ha spiegato: “Nel Pci mi dicevano che non si doveva dire ‘amico’, che bisognava dire ‘compagno’. Ho passato tutta la vita a ripetermi questa frase. Ma ora ho capito che era una stronzata, perché è stato un alibi per molti crimini. Io preferisco stare con molti amici, che mi aiutano a crescere”.

Ovviamente questa dichiarazione di uno dei membri più importanti ed in vista della Sinistra italiana ha fatto il giro del web in pochissimo tempo. Vendola, inoltre, è il politico italiano più seguito su Facebook e ciò comporta il confronto semi-diretto con moltissimi suoi sostenitori e non. Il problema, in questo caso, è che le reazioni non sono state delle migliori.

Moltissimi hanno scritto sul sito di Sinistra e Libertà, come Maurizio, che scrive: “Mi sembra una discussione senza senso, tuttavia dà un po’ l’idea dell’evoluzione del pensiero vendoliano degli ultimi mesi. Evoluzione tutta legata alla candidatura alla primarie, per cui se ti definisci ‘compagno’ sei un cattivone e potresti non prendere i voti del Pd. Un’altra sparata e mi sa che riconsegno la tessera”; Gianluca ha invece affermato: “Nel tentativo di piacere un po’ a tutti ti stai vendendo pure la pelle, che schifo”; Giuseppe cita Berlinguer, figura ormai mitizzata della Sinistra: “Secondo qualcuno il nostro partito dovrebbe finire di essere diverso, dovrebbe cioè omologarsi agli altri partiti. Veti e sospetti cadrebbero, riceveremo consensi strepitosi, recidendo le nostre radici, pensando di rifiorire meglio. Ma ciò sarebbe il gesto suicida di un idiota”; Tonino invece si rivolge all’immagine di Vendola: “La parola ‘compagno’ dev’essere come il tuo amatissimo orecchino. La testimonianza concreta che, malgrado sia necessario fare dei buoni compromessi per governare, i ‘signori della borghesia’ la nostra anima non l’avranno mai. Ci stai?”.

Vendola, ricevute le numerose critiche, ha replicato: “Non ho mai rinunciato ad una parola che mi accompagna sin da quando ero ragazzino: ‘compagno’. Parola che trovo bellissima, e che significa spezzare il pane insieme. Ho semplicemente criticato un’idea che nel vecchio Pci era abbastanza consolidata, che all’interno del partito bisognasse essere compagni ma non necessariamente amici. E talvolta si poteva essere compagni coltivando tenaci inimicizie. Io oggi penso che questa fosse una concezione sbagliata e che nei luoghi della politica a sinistra bisogna trovare occasioni di arricchimento umano, occasioni per stringere relazioni interpersonali che possano essere di reciproco giovamento“.

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