USA, stallo trattative su tetto debito

E’ in fase di stallo la trattativa tra Democratici e Repubblicani, per il raggiungimento di un accordo per innalzare il tetto sul debito. La quarta giornata è stata caratterizzata da toni accesi, soprattutto all’interno della parte dei Democrats, con il disappunto di Obama sulla proposta del capogruppo alla Camera, Cantor, di ricercare un accordo solo di breve termine, al fine di scongiurare il pericolo default.

Si apprende che il presidente Obama, stizzito, si sia alzato bruscamente dalla sedia e abbia abbandonato le trattative. Il clima segnala la situazione difficile tra le parti, ma anche il nervosimo a Washington, consapevole che se entro due settimane non si riesce a trovare un accordo complessivo, gli USA dovranno andare in default e le agenzie di rating, a quel punto, abbasserebbero il rating sul suo debito, come ha già minacciato di fare Moody’s.

La stessa agenzia ha anche chiarito che non è detto che l’accordo venga trovato in tempo per evitare di perdere la tripla A. E tra minacce di declassamento e annunci (dissennati) del presidente Fed, Bernanke, di attuare possibilmente una terza fase delle misure di “quantitative easing”, il dollaro sta subendo forti pressioni al ribasso. Obama vorrebbe un accordo ampio, non solo finalizzato a superare lo scoglio del 2 agosto, la data massima dopo la quale vi sarebbe il default, ma che possa rasserenare i mercati sulla tenuta dei conti pubblici. Al momento, non pare ci siano anche solo i presupposti per un accordo di ampio respiro; si pensa piuttosto di concludere un accordo minimo, che eviti solo il default.

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