Caso Ruby, il processo resta a Milano

Il processo Ruby resta a Milano: lo hanno deciso i giudici della IV Sezione Penale del Tribunale del capoluogo lombardo rigettando la richiesta dei legali del premier Silvio Berlusconi, imputato per prostituzione minorile e concussione. Gli avvocati del Presidente del Consiglio avevano presentato una doppia richiesta oltre a quella di proscioglimento: il trasferimento del procedimento al Tribunale dei Ministri, visto che Berlusconi ha agito spinto dal “convincimento chiaro e incontrovertibile” che la ragazza fosse la nipote dell’ex presidente egiziano Mubarak; lo spostamento del giudizio al Tribunale di Monza, visto che è lì che si ha la competenza territoriale per i reati come quelli di cui è accusato il premier, commessi ad Arcore.

Il collegio, presieduto dal giudice Giulia Turri,  ha ritenuto non “consentito il proscioglimento nel merito dell’imputato”  e ha rigettato le eccezioni di competenza funzionale e territoriale sollevate dai difensori del premier. Per quanto riguarda il passaggio del processo al Tribunale dei Ministri, nel dispositivo si legge che “sulla scorta del capo di imputazione, il tribunale ritiene la propria competenza funzionale“, visto che la concussione non rientra nella competenza del Tribunale dei Ministri in quanto non è possibile ritenere che i reati commessi da un membro del governo, abusando della sua qualifica, sono commessi nell’esercizio delle funzioni governative.

Per ciò che riguarda invece il trasferimento al Tribunale di Monza, il giudici della IV sezione penale di Milano hanno stabilito che il procedimento debba rimanere nel capoluogo, considerato il fatto che è lì che si è verificato il reato più grave, la concussione. Secondo i giudici il reato avviene quando il premier fa pressioni sui dirigenti della questura di Milano per indurli a liberare Ruby e affidarla a Nicole Minetti ed è negli uffici di via Fratebenefratelli che si consuma la concussione.

I giudici hanno respinto tutte le 16 eccezioni presentate dalla difesa di Berlusconi comprese quelle che paventavano una violazione dei diritti della difesa da parte dei magistrati che hanno svolto le indagini sul caso e del gip che ha autorizzato l’avvio del processo con rito immediato. Dopo la lettura del dispositivo da parte del giudice Tirri, è stata avviata al fase dibattimantale. Intanto Ruby, la ragazza al centro della vicenda, ha cambiato nuovamente legale, scaricando l’avvocato veronese Egidio Verzini e tornando a farsi assistere da Paola Boccardi.

 

 

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