USA vicini a default, ma Repubblicani non dovrebbero mollare

La data fatidica sarebbe il 2 agosto. Quel giorno verrà raggiunto il livello dei 14.300 miliardi di dollari di debito federale, quello massimo autorizzato dal Congresso. Se entro quella data non si troverà un accordo per innalzare il debito massimo consentito, Washington non sarebbe più nel potere di pagare le spese, oltrepassando quella soglia. Ecco perché si teme il cosiddetto “default tecnico”, ossia uno stato di bancarotta dettato da motivazioni legislative, non tanto da una non solvibilità del debito. I Repubblicani, che sono maggioranza alla Camera dei Rappresentanti e molto forti al Senato, non vogliono innalzare quel tetto dei 14.300 miliardi, in quanto sostengono che ciò sarebbe solo l’ennesimo atto di irresponsabilità di un’amministrazione che ha già portato il deficit federale al 10% del pil e il debito al 100%.

Per innalzare il tetto, i membri del GOP chiedono un taglio strutturale del deficit, da attuare con un piano pluriennale. Ma sul punto, Democratici e Repubblicani non si mettono daccordo. I primi vorrebbero aumentare un pò le tasse, per reperire risorse; i Repubblicani sono contrarissimi, perchè ritengono che ciò non serva all’America e che il problema sia l’eccesso di spesa, non la penuria di entrate. E il 2 agosto si avvicina e non si vedono prospettive rassicuranti, perchè semmai si troverà un’intesa per evitare il default, in realtà la crisi dei conti pubblici americana proseguirà intatta.

Ora i Repubblicani hanno davanti a sè due soluzioni: o acconsentire ad alzare il tetto del debito, favorendo un piano di aumento delle tasse, o dire no al piano, anche a costo di andare verso un default controllato.

La seconda possibilità spaventa molto, perchè si avrebbe a che fare con la reazione dei mercati. Ma siamo così sicuri che sia meglio il varo di un piano economico irresponsabile, che sacrificherebbe la crescita potenziale dell’America e lascerebbe intatto il nodo della spesa incontrollata a livello federale?

Se i Repubblicani appoggiassero, loro malgrado, il piano della Casa Bianca per evitare il default, essi andrebbero incontro a una campagna elettorale con armi spuntate, perchè difficilmente potrebbero rimproverare ad Obama i disastri in economia, avendo poi acconsentito persino all’aumento delle tasse, oltre che del debito.

 

Impostazioni privacy