Sindrome di Kleine-Levin, il dramma di Louisa Ball

La sindrome di Kleine-Levin, disturbo del sonno che costringe chi ne soffre a sonni dalla durata di due settimane, è nota in questi giorni come la sindrome della bella addormentata. A soffrirne è infatti una giovane ragazza di 17 anni, Louisa Ball, diventata un caso internazionale a causa dei suoi lunghi ed improvvisi letarghi.

Questa patologia del sonno è una malattia gravissima che costringe i pazienti  letto anche per 15 giorni di seguito. Louisa è stata colpita da questo disturbo circa 3 anni fa, dopo essere stata ricoverata per una semplice influenza. In quell’occasione, dopo essersi addormentata, sono dovuti passare circa 10 giorni perchè si svegliasse.

Lo stato di sonno prolungato si verifica all’improvviso e la sua vita si ferma irrimediabilmente, non può andare a scuola, palestra, niente vita sociale. In più è un tormento anche per i suoi genitori che devono sorvegliarla continuamente, al fine di soddisfare i bisogni primari. In effetti devono svegliarla per mangiare ed andare in bagno ma dopo qualche minuto “la bella addormentata” ricade in un sonno profondo tra le lenzuola.

La sindrome della “bella addormentata”, come Louisa è stata battezzata da milioni di persone che seguono il suo caso sui siti web mondiali, è una malattia tutt’altro che semplice. La bella Louisa dorme anche per due settimane consecutive e ad oggi non esiste una cura mirata e risolutiva per salvarla dal disturbo. La sindrome di Kleine-Levin è un disturbo che affligge la zona cerebrale che regola i ritmi circadiani, di giorno e notte.

Alcuni neuroni che regolano questa area del cervello sono disattivati e la medicina curativa si limita solo alla mera somministrazione di farmaci stimolanti del sistema nervono. Alcuni di questi farmaci possono aiutare i familiari a tenere il malato sveglio, ma i risultati non sono proprio ottimi. Sembra proprio che Louisa viva un’adolescenza fuori dall’ordinario, mentre i genitori aspettano una risposta scientifica dalla ricerca, una risposta che permetta alla propria figlia di ritornare ad essere una ragazza normale.

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