“Blade Runner”: serpeggiano nuove voci sul possibile sequel e sulla collaborazione di Harrison Ford

Come alcuni ricorderanno tempo fa era stata rilasciata la notizia dell’acquisto da parte della Alcon Entertainment dei diritti di “Blade Runner“, film di culto diretto da Ridley Scott nel 1982. Subito dopo erano circolate vaghe voci sulla possibilità di realizzare un prequel o un sequel della storia. Ebbene, finalmente sembrano arrivare alcune conferma a riguardo.

Infatti, durante la conferenza stampa di “Cowboys & Aliens“, Mtv non si è lasciata sfuggire l’occasione di chiedere aggiornamenti sulla questione direttamente a Harrison Ford, protagonista della pellicola. “Non ne ho idea a questo punto”, ha dichiarato inizialmente l’attore, che ha continuato: “è veramente troppo presto per dirlo, anche se conosco già i nomi di alcune persone coinvolte nel progetto”.

Con ogni probabilità quindi, nonostante la fumosa risposta di Harrison Ford, pensiamo che si stia già lavorando alla sceneggiatura. Senza contare che presumibilmente l’attore sarà coinvolto in prima persona, fatto dubbio fino a questo momento. Finora, infatti, eravamo solo a conoscenza del fatto che il produttore Andrew Kosove avrebbe voluto Christopher Nolan alla regia.

Per quanto riguarda gli amanti dei videogiochi, invece, non abbiamo buone notizie: è nota l’attenzione della Gearbox software per il mondo cinematografico e per la possibilità di trasformare alcuni film in videogiochi. Ma durante lo sviluppo spesso si perde di entusiasmo. E’ questo il caso di “Heat“, ormai ufficialmete abbandonato, mentre “Alien” sembrerebbe ancora in fase di sviluppo, seppur lento e indeciso.

L’interesse della software house era negli ultimi tempi ricaduto sulla pellicola di Scott. Ma il CEO di Gearbox, Randy Pitchford, ha dichiarato che pur essendo “Blade Runner” una delle IP acquistate dallo studio, i costi finanziari li hanno costretti ad abbandonere il progetto: “il gioco sarebbe costato circa 40 milioni di dollari e avrebbe venduto 600.000 copie, impedendoci di rientrare nell’investimento. Avrebbe decretato la nostra fine. Non esiste nessun modello di business che ci avrebbe permesso di svilupparlo. Se l’avessimo fatto in modo finanziariamente sostenibile, non sarebbe stato il gioco che avremmo voluto fare.” A quanto pare, inoltre, prima di abbandonare del tutto l’idea erano già stati affrontati studi specifici e un incontro con Scott stesso per la regia del gioco.

Purtroppo non sempre c’è il lieto fine!

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