Petrolio: prezzi in picchiata su rischio nuova recessione

Se le Borse in tutto il mondo continueranno a crollare le ripercussioni negative sull’economia globale potrebbero essere drammatiche. Lo scenario più cupo, quello da evitare, e che le economie più industrializzate tornino di nuovo a far registrare un Pil negativo e indicativo di una nuova fase di recessione. E non a caso negli ultimi giorni il prezzo del petrolio è sceso di molto sui mercati delle materie prime trascinando al ribasso anche le quotazioni azionarie dei titoli energetici. Il tutto però avviene a fronte di prezzi della benzina che si mantengono su livelli da record; a denunciarlo nuovamente è il Codacons che, di conseguenza, sostiene come quanto stia accadendo dimostri che è in corso sui carburanti la solita speculazione sulle vacanze degli italiani.

L’Associazione s’è fatta anche quattro conti nel lungo periodo, rilevando come negli ultimi dieci anni i prezzi della benzina siano aumentati in Italia del 58%, mentre il diesel alla pompa costa oggi ben il 77% in più. Trattasi chiaramente di rialzi che vanno ben oltre i livelli annui dell’inflazione, e che rappresentano un freno alla crescita ed allo sviluppo economico sul quale la politica continua a fare poco o nulla.

A nulla sinora sono serviti gli incontri tra l’MSE e le Associazioni di categoria dei benzinai, quelli con i petrolieri, nonché i protocolli di intesa sulla liberalizzazione del mercato dei carburanti che sono rimasti nel cassetto. Di riflesso alcune Associazioni dei Consumatori continuano a lamentare sulla formazione dei prezzi alla pompa di benzina e diesel l’odioso meccanismo della cosiddetta doppia velocità.

Impostazioni privacy