Tassazione unica al 20% su rendite finanziarie, dubbi su applicazione

Con l’anticipo di molte delle misure già approvate con la manovra di luglio, il governo ha annunciato che molto probabilmente già a partire dall’anno prossimo sarà introdotta la nuova aliquota unica al 20% su tutte le rendite finanziarie, ad eccezione degli interessi maturati sui titoli di stato, che continueranno ad essere tassati all’aliquota attuale del 12,5%.

Detto in modo sintetico, tale nuova aliquota ha il merito di semplificare l’attuale regime fiscale molto farraginoso, difficile da comprendere, in quanto ciascun tipo di rendita fino ad oggi sconta l’aliquota del 12,5% o del 27%, a secondo di come venga considerata fiscalmente.

Con questo regime unico di tassazione, tuttavia, ci guadagneranno coloro che hanno depositi bancari o postali, i cui interessi saranno tassati ora al 20%, dall’attuale 27%. Ma sugli altri titoli, ad esempio, su azioni, obbligazioni e fondi, i guadagni saranno tassati di più, dato che fino ad oggi si è applicata l’aliquota del 12,5%.

Ma attenzione: chi dovesse decidere di vendere i titoli di stato sul secondario, si vedrà applicare l’aliquota del 20%, non quella del 12,5%, la quale graverebbe solo sui rendimenti dei titoli maturati fino alla scadenza.

In sostanza, chi vende un titolo di stato prima della scadenza pagherà di più. E se alla luce di quanto accade in questi giorni, ciò potrebbe sembrare un fatto positivo, in realtà questo sistema crea una distorsione, sulla base del momento in cui si decide di vendere. Inoltre, resta ancora qualche dubbio se il nuovo regime si applichi solo sulle nuove emissioni o anche sul portafoglio già in dotazione degli investitori.

 

 

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