USA: Obama nel midwest, ma attenzione è su Palin e Bachmann

Barack Obama è agli sgoccioli della tre giorni in autobus nel mid-west, alla ricerca di un recupero di consensi, dopo che l’ultimo sondaggio Gallup gli assegna una popolarità ai minimi, al 39% degli intervistati, per la prima volta sotto quota 40%. E ben il 54% degli americani boccerebbe la sua azione politica. E allora cosa di meglio che buttarsi a capo fitto nell’America profonda, che Obama non ha certo coccolato in questi due anni e mezzo circa di amministrazione. Una cultura distante dalla sua quella che sta riscontrando qui. Egli sarà il primo afro-americano a guidare la super-potenza, ma non è mai riuscito a nascondere fino in fondo una cultura un pò elitaria, un pò liberal, diversissima dalla pancia degli USA, dal modo di vivere degli americani delle fattorie, delle campagne, dei lavoratori autonomi, di quello che qui si chiama a Washington “small business”.

E forse, ancor più che la crisi, è anche la mancanza di sintonia con l’America profonda che lo distanzia sempre più dal grosso dell’elettorato.

Pochi giorni fa, Giuliano Ferrara scriveva su “Il Giornale” che desidera il ritorno a Washington di un presidente che non si vergogni di fare il cow-boy, che non aspiri a stare simpatico al resto del mondo, Europa in testa. Forse, è quello che chiedono milioni di americani. Concretezza, velocità nel decidere, non riflessioni e sermoni. A ogni modo, il tour pre-elettorale di Obama è partito dal Minnesota, che non è solo uno stato del mid-west, ma è anzitutto lo stato di Michele Bachmann, la donna conservatrice, che aspira a sfidarlo alle presidenziali dell’anno prossimo e che nello straw poll dell’Iowa ha ottenuto il primo posto con il 28,5% dei voti.

Seconda tappa: Iowa. Qui, tra fiere di bestiame e vendita di trattori, c’è posto per barbecue e tanta carne da arrostire. Poco o nullo lo spazio per gli schizzinosi. E se Obama si presenta in camicia, ma senza cravatta, cercando l’effetto simpatia tra la gente comune, l’attenzione mediatica e dei cittadini è però tutta per Sarah Palin, che si mostra molto più a suo agio tra le griglie e i fuochi e per la rivale Bachmann.

Entrambe le donne riescono ad essere più in sintonia con questa parte dell’elettorato, sembrano sincere, il che qui è la cosa più importante. Mitt Romney, che pure qui è venuto, non ha sfigurato, ma neanche entusiasmato. E pensare che ancora da qui potrebbe presto passare Rick Perry!

 

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