Guerra tra S&P e Obama, governo USA indaga su agenzia rating

La guerra del rating, la potremmo definire. Di certo, lo scenario che si è svelato agli occhi del mondo è un pò sconcertante, perchè sembra di assistere a una sorta di resa dei conti tra istutuzioni politiche e finanziarie, a causa dei recenti accadimenti. Un paio di settimane fa, l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha declassato i titoli del debito USA, che hanno perso la tripla A (massimo giudizio), per la prima volta nella loro storia. Adesso, quasi per magica coincidenza, il governo federale americano ha avviato un’indagine, per accertarsi che S&P abbia agito correttamente nel 2008, quando a pochissimi giorni del fallimento di Lehman Brothers e al collasso di tutto il sistema bancario USA, l’agenzia aveva confermato l’ottimo giudizio su una dozzina di “mortgage securities”, i titoli ipotecari, che stavano dietro ai prestiti di mutui.

Qualche giorno dopo si scoprirà che quei titoli erano considerati spazzatura, “subprime” nel linguaggio gergale della finanza. Si sa che alcuni dirigenti volevano declassare quei titoli, ma altri manager hanno contravvenuto a tale analisi, confermando il giudizio positivo. 

Ora, che le agenzie di rating non abbiano avuto e continuino a non mostrare molta trasparenza è del tutto vero. Ma come spiegare che tale indagine viene aperta, guarda caso, solo dopo tre anni dall’accadimento dei fatti, ma a una decina di giorni dall’umiliazione subita dall’America, con la perdita della tripla A, proprio ad opera di S&P?

Non è forse girabile al governo americano quanto hanno ironicamente affermato le agenzie di rating sull’Europa: “attaccare le agenzie di rating è come prendersela con il termometro, quando si ha la febbre“?

 

 

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