Il tè in Cina: informazioni utili per l'acquisto

Attualmente il tè in Cina si coltiva in ben diciotto regioni: Anhui, Fujian, Gansu, Hunan, Jiangsu, Jiangxi, Shaanxi, Shandong, Sichuan, Yannan, Zhejiang, Tibet e Guangxi Zhuang. Le zone di produzione più importanti sono: Zhejiang, Hunan, Sichuan, Fujian e Anhui.

La produzione del tè è monopolio statale e gli imballi contengono indicazioni molto precise riguardo al luogo di coltivazione e lavorazione del tè nel pacchetto.

I tè cinesi di “prima raccolta” sono colti tra metà aprile e metà maggio: questi ultimi sono reputati i migliori e riguardano il 55% della produzione. Il secondo raccolto avviene a inizio estate e il terzo in autunno, ma riguarda solo alcune zone.

I tè cinesi non vengono venduti di solito con il nome del giardino di produzione, ma secondo il metodo di lavorazione e la qualità. Le denominazioni tuttavia possono creare confusione, perchè nel corso dei secoli si è affermato un codice misto di cinese, fuchinese, cantonese. Inoltre ogni regione tende ad avere una terminlogia propria, quindi dei nomi pronunciati e scritti in maniera diversa possono riguardare la stessa tipologia di tè.

Un altra difficoltà sta nel fatto che uno stesso tè in cinese può avere nomi diversi, ossia quello principale, quello leggendario e quello che include la provenienza. Ad esempio il tè Chunmee (e anche Chun Mei) viene chiamato anche Zhenmei di Pinyin ed è soprannominato spesso Eyebrow tea, cioè “tè sopracciglio” per l’aspetto assunto dalle foglie dopo la lavorazione

Oltre al nome, inoltre, ogni tè cinese immesso sul mercato è contrassegnato anche da un numero, che indica il suo essere conforme alle regole imposte e quindi sicuro per un acquisto senza prova di degustazione.

Fonte: Tè, Guida al tè di tutto il mondo. Jane Pettigrew

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