Europa può sperare (forse) grazie alla Cina

Gli USA potrebbero tornare in recessione. Sono ancora timori, perchè i dati veri e propri parlano di un andamento a rilento dell’economia americana, ma non di una contrazione del pil, che continua a crescere. Tuttavia, analizzando la serie storica della ricchezza USA, ci si accorge che un’economia che cresce così poco (poco più dell’1,5% annuo) è preludio spesso di recessione in America.

Il problema per noi europei è allora questo: se l’America va in recessione, noi come staremo messi? La risposta non è nè semplice, nè scontata. Ci sono molti fattori interni all’Eurozona, che spingono a ritenere che l’Europa seguirebbe gli USA e ciò perchè la debolezza dei suoi consumi interna non sarebbe in grado di fronteggiare anche il peggioramento delle esportazioni trans-atlantiche.

Ma c’è un altro protagonista dell’economia mondiale, che non pare stia subendo una decelerazione della sua crescita. E’ la Cina. Quest’anno, nel primo semestre, Pechino ha mostrato una crescita tendenziale del 9,5% sul 2010, ma ciò che è positivo è che il secondo trimestre è andato in linea con il primo (+2,2% m/m).

Se il dato fosse confermato anche per il resto dell’anno, il colosso asiatico produrrebbe un reddito maggiore per quasi il 10% del suo pil del 2010, ossia circa 600 miliardi di dollari. Soldi, che in buona parte affluirebbero in Europa, sotto forma di nostre esportazioni. E 600 miliardi di dollari rappresentano oltre il 4% del pil americano. Come dire che se anche gli USA andassero in recessione, facendo venire meno parte della loro domanda in beni europei, questa potrebbe essere anche quasi del tutto assorbita dalla Cina.

Ma allora c’è da stare tranquilli? Non esattamente. Il presupposto del ragionamento è che il maggiore reddito cinese giunga in Europa, che cioè noi siamo in grado di esportare verso l’Estremo Oriente. Cosa che non appare più così tanto scontata.

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