Antibiotici, le vespe ci vengono in soccorso

Ad oggi, la resistenza agli antibiotici è tra i problemi più seri che si pone la farmacologia e la medicina.

Gli antibiotici intervengono in maniera differente sui batteri neutralizzandoli, i batteri dal loro canto si difendono sviluppando quella che è definita “resistenza acquisita”, cioè dopo una prima esposizione antibiotica il batterio neutralizza l’agente farmacologico attraverso diversi meccanismi, i cui principali sono: la modifica del target batterico, la produzione di enzimi inattivanti, riduzione della permeabilità cellulare e l’attivazione di pompe che estrudono l’antibiotico dal microbo.

In questo quadro si inserisce una ricerca tedesca del Max Planck Institut di Jena sull’ individuazione di antibiotici in natura. I risultati, della ricerca sono stati presentati alla Conferenza della Society for General Microbiology a Harrogate nel Regno Unito, sono stati davvero singolari.

Infatti è stato scoperto che tra le antenne delle vespe si annidano dei particolari Streptomiceti, che in cambio dell”ospitalità” producono una sostanza che preserva le uova e le larve. Il meccanismo funziona così: le vespe femmine ospitano i batteri tra le antenne per poi rilasciarli alle larve, che li incorporano nei bozzoli. Gli Streptomiceti secernono la sostanza sul bozzolo, rendendolo immune a moltissimi agenti patogeni.

L’ analisi di questa sostanza ha messo in evidenza che si tratta di un mix di nove sostanze, che si avvicinano alle pluriterapie antibiotiche usate in medicina umana.

Questa scoperta ha grande importanza perché ci permetterebbe di introdurre nuovi antibiotici per uso umano.

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