Bernanke conferma rallentamento economia USA, ma non parla del QE3

A Jackson Hole, dove si sono riuniti i vertici mondiali delle più importanti banche centrali, il presidente della Federal Reserve ha parlato venerdì 26 agosto, esattamente alle ore 16, come previsto.

La riunione, che si tiene ogni anno, non riscuote quasi mai l’interesse della stampa, se non di quella di settore, essendo questi appuntamenti ritenuti molto tecnici e privi di spunti di interesse per il grande pubblico. Ma nel pieno della bufera finanziaria che si sta scagliando da settimane contro le borse di America e dell’Europa, ma anche di quelle asiatiche, questa volta l’attenzione sulle parole del governatore della Fed era ai massimi.

In particolare, serviva agli operatori ed analisti ascoltare quali fossero le opinioni di Bernanke sul futuro dell’economia americana e quali strumenti ha intenzione di adottare, per fare fronte alle difficoltà.

Bernanke, che ha persino allungato il vertice di un giorno, per approfondire il dibattito, ha confermato le stime di un rallentamento della crescita del pil, che sebbene non fosse prevista né in aumento, né stabile, rispetto al primo trimestre, spiega, effettivamente sono state abbassate, in quanto i dati reali indicano un forte rallentamento del ritmo di crescita dell’economia USA, che dovrebbe proseguire anche nella seconda parte dell’anno.

I fondamentali non dovrebbero risentirne, aggiunge Bernanke, a patto che si facciano le cose giuste e invita ad evitare un dibattito estenuante, come quello sull’innalzamento del tetto sul debito.

La Fed è pronta ad adottare tutti gli strumenti necessari a sostenere la crescita, nel rispetto della stabilità dei prezzi. Tuttavia, il governatore della Fed non ha fatto alcun accenno a una ipotetica terza fase del programma di allentamento monetario, il cosiddetto QE3, come si era vociferato nei giorni scorsi.

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