Giappone: si dimette premier Naoto Kan, successore è Noda

Il premier giapponese Naoto Kan, presidente del Partito Democratico, maggioranza alla Camera di Tokyo, si è dimesso dal suo ruolo di partito, cosa che automaticamente equivale alle dimissioni anche da premier. Kan aveva, infatti, annunciato che avrebbe lasciato la carica di presidente del PD e che appena sarebbe stato trovato il suo successore avrebbe fatto anche il passo indietro da capo del governo. A questo punto, il segretario generale del Partito Democratico, Katsuya Okada, aveva annunciato che entro questo lunedì sarebbero state indette nuove elezioni interne al partito per trovare il nuovo leader che succederà a Kan anche come premier. In lizza c’erano addirittura nove candidati papabili. Tra i favoriti, subito era parso il ministro delle finanze, Yoshihiho Noda. E in effetti sarà proprio lui a succedere a Kan, dopo avere sconfitto il ministro del commercio Banri Kaieda.

Naoto Kan ha deciso il clamoroso passo indietro a causa della forte ondata di impopolarità che lo ha colpito, con indici di gradimento non superiori al 20%. Alla base del diffuso malcontento tra i giapponesi ci sono due grandi questioni nazionali: il post-Fukushima e la crisi dell’economia.

Le critiche alla sua gestione del dopo-tsunami che ha sconvolto il Giappone l’11 marzo scorso sono, infatti, feroci, anche perché il governo si sarebbe mostrato poco trasparente (ma non è una novità nel Paese del Sol Levante) e non avrebbe soddisfatto le richieste della popolazione nella difficile fase della ricostruzione.

Soltanto qualche giorno fa, poi, Moody’s aveva declassato il rating del Giappone a Aa3 da Aa2. Un segnale delle enormi difficoltà di questo Paese, alle prese con un’economia al palo da circa venti anni e un indebitamento esploso al 204% del pil.

Con l’elezione del nuovo primo ministro, da parte del Parlamento, sarà il sesto in soli cinque anni, a dimostrazione dello stato confusionale in cui versa Tokyo, che per molti aspetti ha una vita politica molto simile a quella italiana e stranamente vive anche gli stessi problemi dell’economia.

E sull’incerto futuro del Giappone una sola cosa è, invece, sicura. Il nuovo premier avrà ben poco da gioire, perché ha davanti a sé uno stato al collasso finanziario, alle prese con il dramma della ricostruzione e con un’economia che, fatta la tara di questi mesi, non cresce da 20 anni e frustra il popolo nipponico nonostante misure di ingenti stimoli fiscali e monetari.

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