Da Arcore non esce una manovra migliore, esultano pochi ricchi

Ci sono volute 7 ore di riunione ad Arcore prima di trovare un accordo tra Pdl e Lega per rivedere approfonditamente la manovra “ferragostana”. Si sa che i presenti erano Alfano, Tremonti, Bossi, Maroni, Calderoli, Cicchitto, Gasparri, Moffa (dei “responsabili”) e il presidente della commissione Bilancio del Senato. E così, alla fine, il vertice dei massimi esponenti governativi ha partorito una manovra strutturalmente peggiore della precedente. L’unica “indiscutibile” buona notizia è il mancato aumento dell’Iva, una misura che nella situazione attuale sarebbe stata una follia, e che stupisce possa esser stata anche solo ipotizzata. Ma la spiegazione di quella, come di tante altre proposte, va forse ricercata nel febbrile tentativo del Pdl di tirare la coperta in modo tale da ottenere il consenso dei ceti più alti, impropriamente definiti “ceto medio” da politici disattenti, o tanto furbi da non apparire troppo “sfacciati” agli occhi degli elettori.

Ecco quindi che sparisce il “contributo di solidarietà” (tranne che per i parlamentari), quello che aveva dato tanto fastidio ai calciatori, quello che secondo i dati forniti dalla CGIA di Mestre avrebbe colpito (o sarebbe meglio dire “sfiorato”, visto l’importo) circa mezzo milione di persone, appena l’1,2% del totale dei contribuenti, appena il 19,6% del gettito Irpef totale. Anche i 2 miliardi di tagli in meno alle Regioni, ed il mancato accorpamento dei Comuni, possono essere visti in luce sia positiva che negativa, a seconda che si voglia credere che gli enti locali abbiano voluto davvero difendere i servizi al cittadino, piuttosto che parrocchie e poltrone. Per quanto riguarda la strombazzata eliminazione delle Province ed il dimezzamento dei parlamentari, essendo tutto rinviato ad un successivo disegno di legge costituzionale, e data la complessità dell’iter, entrambi non sono nulla più di un enorme punto interrogativo, un bluff che potrebbe finire in un vicolo cieco per una infinità di motivi. Sulle annunciate misure di lotta all’evasione fiscale, le società di comodo ed off-shore e sui ridotti vantaggi fiscali alle cooperative, giudizio sospeso in attesa di capire la reale portata dei provvedimenti.

Ma la brutta sorpresa arriva sulla revisione del calcolo per le pensioni di anzianità, per il quale conteranno solo gli effettivi anni di lavoro, senza poter più “riscattare” il periodo della laurea o del servizio militare. Una mazzata che ha già causato l’indignazione del “popolo della rete” e che a ben vedere è l’ennesima, malcelata, mini-riforma della previdenza. Il primo grande allarme arriva dal segretario nazionale della Fp-Cgil Medici, Massimo Cozza, secondo il quale l’eliminazione degli anni di università dal conteggio per l’anzianità necessaria alla pensione determinerà nei confronti dei medici un taglio che “oscilla tra i dieci e i dodici anni, considerando che ai sei anni per la laurea vanno aggiunti dai quattro ai sei anni per la specializzazione. Specializzazione che è in gran parte attività lavorativa, con tutoraggio e quindi ne risentiranno non solo i medici ma tutti i professionisti laureati nella sanità e nel pubblico impiego”.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=fOPH4UqdWvs[/youtube]

In fretta e furia, quindi, il governo Berlusconi è riuscito ad escogitare una norma oggettivamente disdicevole che dall’oggi al domani stravolge il “piano di vita” di centinaia di migliaia di individui, di certo infinitamente più dannosa del tanto vituperato contributo di solidarietà a carattere temporaneo. Che dire quindi dei movimenti di opinione che in questi giorni stanno agitando l’Europa? Dalla Germania alla Francia, passando per la Spagna, una campagna che si potrebbe battezzare “tassateci tutti” sta incuriosendo l’opinione pubblica mondiale. Rappresentanti della facoltosa borghesia, o veri e propri multimilionari come Liliane Bettencourt (la donna più ricca di Francia) stanno inviando missive, sollecitando i governi dei rispettivi paesi ad emanare “tassazioni speciali” che permettano ai ricchi di contribuire maggiormente, almeno nel breve periodo, al risanamento delle casse degli Stati in difficoltà. “Tax us more, say wealthy Europeans” (Tassateci di più, dicono gli Europei facoltosi) titola oggi il quotidiano “Guardian“.”Tax us less, we’re wealthy italians” (Tassateci meno, siamo ricchi italiani) potremmo invece suggerire per il titolo di domani.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=XcCwnx9CVic[/youtube]

Dopo tutto questo, di fronte ad un Silvio Berlusconi che grida ai 4 venti la sua “vittoria” per una manovra divenuta a suo modesto parere “più equa”, ad un Tremonti che si dichiara soddisfatto (forse ormai per “quieto vivere”) ed un Umberto Bossi che invece, a quanto si apprende, a fine riunione ha preferito defilarsi da un cancello sul retro ed annullare la riunione della segreteria leghista, ci sarebbe da riflettere su chi stia guidando davvero il paese, con un Pdl che ormai allo sbando affida la propria linea politica al bizzarro movimento dei “frondisti” che annovera tra le sue fila anche alcuni elementi molto noti più per un pessimo “folklore politico” che per una politica propriamente detta.

Ultim’ora: il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli annuncia di aver presentato un emendamento per mantenere il contributo di solidarietà anche per “calciatori e gli sportivi professionisti” e che “le aliquote saranno doppie: sborseranno il 10% e il 20%”.
Qualche sassolino da togliersi dalle scarpe?

Impostazioni privacy