Allarme previdenza, nel 2040 più pensionati che lavoratori

I dati pubblicati in sede europea sono tutt’altro che incoraggianti, riguardo alla performance dei conti sulle pensioni in Italia. Il problema più allarmante è quello della demografia, che sconvolgerebbe la struttura della popolazione italiana più di quanto non lo abbia già fatto negli ultimi due decenni.

Il sistema previdenziale, si sa, si regge su un rapporto di cosiddetta “solidarietà intergenerazionale”, per cui i giovani di oggi pagano le pensioni agli anziani, mentre in futuro saranno i giovani del domani a pagare le pensioni dei giovani di oggi (pensionati di domani). Tutto quadra, se il rapporto numerico tra giovani e anziano si mantiene costante, ma così non è e sempre meno sarà.

L‘allungamento della durata media della vita e il calo nettissimo delle nascite (l’Italia vanta il record negativo in Europa sulla natalità) creeranno uno sconquasso dei conti previdenziali, da qui al 2040. Per quell’anno, si calcola che su 100 italiani tra i 15 e i 64 anni, ossia in età lavorativa, ci saranno 63 italiani sopra i 65 anni.

Ora, su cento persone in età lavorativa, mediamente in Italia lavora il 61-62% (tasso di occupazione). Questo indicherebbe che per circa 62 persone che lavoreranno nel 2040, ci saranno a loro carico 63 pensionati. Un sorpasso, che la dice molto lunga sulla capacità dell’Italia di farcela.

Si pensi, ad esempio, che già oggi, quando parliamo di popolazione eccessivamente invecchiata, su 100 persone tra i 15 e i 64 anni, ci sono “solo” 29 persone over 65. Quindi, in meno di 30 anni, l’impatto dell’invecchiamento della popolazione sui conti pubblici della previdenza sarà più che raddoppiato. E il nostro Paese guiderà la classifica del rapporto più squilibrato in Europa, in favore del numero degli over 65.

Come si esce da questa catastrofe demografico-economica annunciata? Quattro sono i punti da tenere in considerazione: aumento progressivo negli anni dell’età pensionabile; riduzione (ahinoi!) degli importi pensionistici nel tempo; misure di stimolo per un maggiore tasso di occupazione; sostegno immediato e molto forte alla natalità.

 

 

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