Oggi Cgil sciopera contro la sfiga

Altro che Italia responsabile, altro che clima di unità nazionale. Mentre i nostri titoli di stato sono sotto assedio da parte dei mercati finanziari, mentre l’intera Europa rischia di saltare a causa della crisi debitoria di diversi stati, Grecia in testa, il sindacato più di sinistra d’Italia non ha trovato di meglio che scioperare, trainando dietro a sè niente di meno che il maggiore partito di opposizione, il PD che, privo di qualsiasi proposta alternativa, ha deciso di fare da stampella alla Camusso. Ma contro cosa si scioperi oggi a Roma non è ben chiaro. Ufficialmente contro la manovra del governo, le cui misure, peraltro, non sono nemmeno tutte confermate, nè toccano le categorie rappresentate presumibilmente dalla Cgil, dato che non si è intervenuti minimamente sulle pensioni e lo sciopero era stato indetto prima della riforma sulla possibilità di  licenziamento, in deroga allo Statuto dei lavoratori, se in accordo con le rappresentanze sindacali.

Insomma, la Cgil oggi scende in piazza contro il destino cinico e baro. Non esiste altra spiegazione migliore per giustificare l’ennesimo atto di grave irresponsabilità di un sindacato, che peserà negativamente sulle casse dello stato e sulla produzione. Si calcola, infatti, che l’astensione dal lavoro di quanti aderiranno alla manifestazione della Cgil potrebbe costare fino a 5miliardi, in termini di minore produzione (minore pil). E meno pil significa maggiore rapporto deficit/pil, dato che viene a diminuire il denominatore.

Ma al di là delle cifre più o meno opinabili, resta il punto politico di uno schieramento, che anzichè fare proposte alternative in Parlamento e costruire un’alternativa di governo, punta a radicarsi nelle piazze, al fine di capitalizzare l’eventuale scontento di parte del mondo del lavoro.

Con gli scioperi, ahinoi, non si va da nessuna parte. L’Italia vanta la maglia nera dell’astensione dal lavoro, sia nel settore pubblico che in quello privato, negli ultimi decenni, eppure tutta questa agitazione non solo non si è tradotta in migliori salari, ma anzi ha contribuito a ridurre drasticamente la produttività del sistema Italia e per questa via la dinamica dei salari, che resta tra le peggiori in tutto l’Occidente.

Ci sarebbe bisogno di persone responsabili e di alternative serie e credibili. Ma oggi a Roma sfilerà l’Italia dei “contro” e delle urla, nulla da prendere in seria considerazione.

 

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