Obama presenta “Jobs Act” da 447 miliardi, ma le borse lo bocciano

Ieri, è stato il giorno che il Presidente Barack Obama agognava da settimane, ossia quello per la presentazione del piano occupazionale al Congresso. E se molto, specie nei contenuti, era stato ampiamente previsto e scontato, qualche sorpresa Obama l’ha riservata sulle cifre: il piano sul lavoro non è di 300 miliardi di dollari, come si vociferava, bensì di 447 miliardi, circa il 3% del pil americano.

Davanti a un Congresso abbastanza “freddo”, con i Repubblicani in maggioranza e la parte più di destra di essi, quelli che fanno capo ai Tea Party, che hanno disertato il discorso del presidente, Obama ha esortato a trovare una via comune, per creare posti di lavoro e a votare subito la legge da lui presentata.

Un discorso più elettorale, dato che molto difficilmente il cosiddetto “Jobs Act” verrà approvato dal Congresso, nonostante le timide e formali aperture dello speaker John Boehner, anch’egli Repubblicano. Il piano prevede la proroga degli sconti fiscali in favore dei lavoratori dipendenti, per circa 240 miliardi di dollari. Il resto sarebbe dato da incentivi alle assunzioni per le piccole e medie aziende e da investimenti pubblici in ponti, strade, porti, ferrovie, etc.

Ma c’è un punto: dove trovare i soldi in un’America già declassata per eccesso di indebitamento? Obama indica nella riduzione delle agevolazioni fiscali per i contribuenti più ricchi, i cosiddetti “loopholes”, la via per trovare i quattrini, ben sapendo che i Repubblicani non accetteranno mai di alzare la pressione fiscale su nessuno.

E la consapevolezza che quello di ieri è stato un inutile show della Casa Bianca, in chiave pre-elettorale, ha spinto Wall Street a chiudere leggermente sotto la linea della parità, così come lo stesso scetticismo sul rilancio dell’economia USA si registra nella seduta di oggi delle borse europee. La minore propensione al rischio ha portato a una concentrazione degli acquisti di Bund tedeschi, il che ha ampliato il differenziale con tutti gli altri bond governativi, BTp compresi, il cui spread è salito in mattinata a quasi 350 punti base, in rialzo di una quindicina di punti.

 

 

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