Contagion – Recensione

Cosa fareste se la vostra vita cambiasse da un momento all’altro, per colpa di un virus micidiale in grado di uccidere milioni di persone? Appurato che un unico semplice tocco provoca il contagio, come reagireste al pensiero di non poter più baciare o abbracciare i vostri cari? Ve la sentireste di rischiare la vostra salute e incolumità, andando a cercare un vaccino capace di guarire o preservare chi amate, o preferireste rintanarvi in casa fino a quando l’epidemia sarà debellata?

Contagion” cerca di rispondere a queste e ad altre domande, analizzando un problema che da un pò di anni a questa parte, affligge il nostro pianeta sempre più frequentemente. Noi spettatori non siamo nuovi a questo genere di film, dal momento che l’argomento trattato è stato già ampiamente discusso in altre pellicole come “La città verrà distrutta all’alba” di George Romero, “28 giorni dopo” di Danny Boyle, “Io sono leggenda” di Francis Lawrence e “Virus letale” di Wolfgang Petersen.

Contagion” è un action thriller diretto dal regista Steven Soderbergh, artefice di capolavori come “Erin Brockovich – Forte come la verità” e di altre buone pellicole come “Traffic” e “Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco“, sorretto dalla convincente sceneggiatura di Scott Z. Burns e interpretato con convinzione da un cast stellare, composto dagli attori Matt Damon (Thomas Emhoff), Jude Law (Alan Krumwiede), Gwyneth Paltrow (Beth Emhoff), Marion Cotillard (l’epidemiologa Leonora Orantes), Kate Winslet (Dott.ssa Erin Mears) e Laurence Fishburne (Ellis Cheever).

Caratteristica singolare del film è quella di iniziare partendo dal secondo giorno, quando l’infezione si è ormai diffusa su scala globale scatenando il panico tra la popolazione, e finire con l’arrivo di uno dei peggiori incubi dell’umanità, appunto il terribile virus meglio noto come MEV-1, che si manifesta con sintomi quali tosse, febbre, attacchi ischemici ed emorragia cerebrale. Tutte le scene d’apertura, prive di dialoghi e con l’immagine dei primi infetti che si fanno largo tra la folla, sono accompagnate dalla musica elettronica di Cliff Martinez. Soderbergh ha la precisa volontà di curare visivamente qualsiasi tipo di dettaglio, dalle maniglie delle porte, alle mani e ai volti delle persone, preparandoci lentamente a ciò che di più spaventoso possa esistere sulla Terra, alimentando con sempre maggiore insistenza le nostre ansie e paure.

In “Contagion” assistiamo con angoscia, al decadimento fisico e psichico di tutti coloro che restano vittime del morbo, ad esempi di vera e propria follia umana derivante dall’incresciosa situazione, che porta a commettere furti e omicidi, all’evacuazione della città di San Francisco, che ormai deserta grida tutto il suo dolore, all’ossessione per il contatto con gli altri, che induce uno dei protagonisti del film a isolare se stesso e la propria figlia, nella speranza di un futuro migliore, alla volontà di medici preparati e ligi al dovere e all’etica professionale, disposti a sacrificare la loro vita per trovare una cura miracolosa, e alla paranoia scatenata da un blogger attivista (Jude Law), convinto che esistano interessi politici dietro il propagarsi della pandemia, e che i cittadini non siano stati informati di una concreta possibilità di salvezza, grazie a un farmaco omeopatico.

Contagion” è una pellicola cinematografica realista e accurata, che documenta in modo asciutto e chiaro, come le relazioni umane diventino parte centrale di una vicenda più ampia, dove anche i più piccoli gesti e abitudini quotidiane, nel bene o nel male, possono trasmettere le emozioni più diverse.

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