Castellitto-Cruz: primo ciak per “Venuto al mondo”, dal romanzo di Margaret Mazzantini

Primo ciak, nella cornice della città di Sarajevo, per “Venuto al mondo“, prossimo imminente film di Sergio Castellitto, che a distanza di sette anni da “Non ti muovere” ha voluto di nuovo lei, l’affascinante Penelope Cruz, al suo fianco.

Ieri hanno finalmente avuto inizio le riprese nella capitale bosniaca, dove l’attrice spagnola è arrivata accompagnata dal marito Javier Bardèm.

Anche questa volta la Cruz, che sarà affiancata sul set da Emile Hirsch e Mediha Musliovic, si cimenterà, come nel 2004, con un personaggio creato da Margaret Mazzantini. Il film è infatti l’adattamento cinematografico dell’omonimo best seller della scrittrice, premio Campiello nel 2009 e successo tradotto in ventidue Paesi.

Di seguito, la sintesi del libro: “Una mattina Gemma sale su un aereo, trascinandosi dietro un figlio di oggi, Pietro, un ragazzo di sedici anni. Destinazione Sarajevo, città-confine tra Occidente e Oriente, ferita da un passato ancora vicino. Ad attenderla all’aeroporto, Gojko, poeta bosniaco, amico, fratello, amore mancato, che ai tempi festosi delle Olimpiadi invernali del 1984 traghettò Gemma verso l’amore della sua vita, Diego, il fotografo di pozzanghere. Il romanzo racconta la storia di questo amore, una storia di ragazzi farneticanti che si rincontrano oggi invecchiati in un dopoguerra recente. Una storia d’amore appassionata, imperfetta come gli amori veri. Ma anche la storia di una maternità cercata, negata, risarcita. Il cammino misterioso di una nascita che fa piazza pulita della scienza, della biologia, e si addentra nella placenta preistorica di una guerra che mentre uccide procrea. L’avventura di Gemma e Diego è anche la storia di tutti noi, perché questo è un romanzo contemporaneo. Di pace e di guerra. La pace è l’aridità fumosa di un Occidente flaccido di egoismi, perso nella salamoia del benessere. La guerra è quella di una donna che ingaggia contro la natura una battaglia estrema e oltraggiosa. L’assedio di Sarajevo diventa l’assedio di ogni personaggio di questa vicenda di non eroi scaraventati dalla storia in un destino che sembra in attesa di loro come un tiratore scelto. Un romanzo-mondo, di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematico come una parabola.”

E a proposito della storia, Castellitto ha aggiunto: “voglio raccontare una grande storia d’amore. L’amore infinito tra Gemma e Diego che si propaga, contagiando tutti gli altri straordinari protagonisti. Voglio parlare delll’umanita’ degli uomini e delle donne, eroi comuni che sotto il peso terribile dell’assedio non perdono la dignità, la pietà, il rispetto di se stessi. Il ventre scuro della guerra diventa il viaggio alla ricerca della risposta che più conta: perché tutta questa violenza? E, soprattutto, questa violenza può generare una luce, una possibilità nuova? Forse si, il figlio che nascerà è il figlio di tutti noi, che in lotta con assedi intimi e ferite della storia, vogliamo ancora essere liberi di pensare, ridere, riflettere: vivere”.

Il film, progetto internazionale, è una coproduzione italiana (Medusa Film, Alien produzioni, Picomedia, Bnl) e spagnola (Mod Producciones, Telecinco).

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