Berlino: altra sconfitta per la Merkel, ma non è disfatta

Ieri nella città di Berlino, la capitale tedesca che è al contempo anche un Land, si sono tenute le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. L’attuale borgomastro Klaus Wowereit, detto anche Wowi, della SPD, è stato riconfermato alla guida della città, anche se si profila un cambio di maggioranza. Al potere dal 2001, a capo di una coalizione rosso-rossa, formata dai socialdemocratici della SPD e dalla sinistra radicale della Linke, Wowereit era alla ricerca di un suo terzo mandato, cosa che gli è riuscita. Tuttavia, la SPD raggiunge solo il 28,4% dei voti e, pur restando il primo partito della capitale, perde consensi rispetto al 30,8% del 2006. Il maggiore partito dell’opposizione, la CDU di Angela Merkel, al governo federale, avanza di quasi il 2%, attestandosi al 23,2%.

Un dato che può essere commentato con soddisfazione dalla cancelliera, la quale così arresta la trafila numerosissima di sconfitte e crolli locali che vanno avanti dal 2009. Ma il problema per la coalizione di governo di centro-destra è dato dall’ennesimo tracollo degli alleati liberali della FDP, che qui raggiungono appena l’1,8%, perdendo il 5,8% dei consensi e diventando di fatto un partito residuale, di scarso rilievo persino negli exit poll.

Ma spostandoci a sinistra, ieri a Berlino è avvenuto un vero terremoto politico. Se la SPD vince ma perde voti, gli (ex) alleati della Linke scendono dal 13,4% del 2006 all’11,7%. Un dato che è già sufficiente a preludere una loro estromissione dal governo locale, dovuto anche all’exploit dei Verdi, che continuano nella loro serie molto positiva di successi, raggiungendo un ottimo 17,6%, in aumento dal 13,1% del 2006.

Ma l’altra grande sorpresa e bizzarria di questo test locale è dato dal successo del Piratenpartei, il partito dei pirati, una formazione di protesta che chiede il diritto al voto dalla nascita, cannabis libera e reddito di base per tutti. Raggiunge il 9% dei voti e i commentatori politici giudicano il loro successo una sorta di protesta contro i Verdi, i quali avrebbero un pò tradito la genuinità delle tematiche originali sulla trasparenza della politica. Localismi a parte, per il governo di Angela Merkel si profila una fase durissima. Il crollo verticale della FDP, che aveva puntato sull’euroscetticismo anche alle elezioni di Berlino, rappresenta un problema per la tenuta della maggioranza, con i liberali che con i consensi attuali resterebbero fuori dal Bundestag per la prima volta da diversi decenni.

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