Consumi famiglie pressati dalle spese obbligate

In Italia i consumi delle famiglie sono sempre meno liberi, in quanto persistentemente messi sotto pressione dalle spese obbligate, ovverosia dal pagamento di affitti o rate del mutuo, carburanti, ma anche assicurazioni e servizi bancari. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dall’Ufficio Studi della Confcommercio che, in particolare, ha rilevato l’andamento della spesa per consumi, da parte delle famiglie italiane, in un periodo molto ampio, dal 1970 all’anno 2010.

Ad oggi sulle spese complessive la percentuale di quelle obbligate si attesta al 40% circa, ovverosia quasi il doppio rispetto al 23,3% medio del 1970. Di riflesso ogni mese, tolte le spese fisse, scarseggiano i soldi per le spese libere, ovverosia, principalmente, per i divertimenti e gli svaghi. E per gli over 65, sempre in accordo con quanto rilevato dalla Confcommercio, la quota destinata alle spese obbligate balza ad oltre il 75% se la persona anziana vive in casa da sola.

Dal fronte dei divertimenti e degli svaghi se la passano un po’ meglio le coppie senza figli, che riescono a spendere oltre un terzo delle entrate mensili per i pasti fuori casa, per i viaggi, ma anche per gli spettacoli e per il benessere della persona. Lo scenario muta però drasticamente quando in famiglia ci sono tre o più figli a carico; in tal caso, infatti, ben tre quarti delle spese libere vanno a finire, necessariamente, per l’acquisto di generi alimentari. Per liberare reddito a favore delle famiglie, per le spese libere, è di conseguenza necessario un abbassamento delle spese obbligate, ottenibile aprendo maggiormente alla concorrenza molti settori della nostra economia che ancora sono protetti.

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