Il solito Minzolini show, ma tutti se la prendono con la propaganda anti-tav di Fazio

Lo aspettavano al varco: dopo le polemiche che hanno circondato la sua nuova stagione alla Rai (con “Vieni via con me” che è passato però a La 7) erano in molti ad attendere Fabio Fazio e la nuova edizione di Che tempo per coglierlo in castagna. E così, appena terminata la puntata di domenica, ecco partire gli attacchi: nessuna sorpresa se si accettua la provenienza delle polemiche. Già, perché a protestare non sono stati (o almeno non solo) gli esponenti del Pdl, da sempre critici con il conduttore, ma alcune deputati del Partito Democratico.

Oggetto del contendere l’intervento di Luca Mercalli che nel corso della sua partecipazione al programma ha espresso solidarietà a Elena Garberi e Marianna Valenti, due attiviste del movimento no-tav che sono state arrestate in seguito agli scontri avvenuti lo scorso 9 settembre: “Ci sono due signore – ha detto Mercalli – che sono finite in galera per aver messo una maschera antigas, una normale mascherina da verniciatori per proteggersi dai gas lacrimogeni. C’è una petizione firmata da 135 docenti universitari che chiede di riprendere in mano i numeri e darli ai cittadini italiani in modo da vedere se i dati giustificano o meno quest’opera. Fin che non si affronta questa questione è ovvio che continuerà questo squallido teatrino”.

Il primo a prendersela con Fazio e Mercalli è Stefano Esposito, onorevole del Pd che chiede a Fazio di invitare gli agenti feriti o gli operai minacciati, beccandosi anche l’ironia del Pdl che con Enzo Ghigo dice:  “Il Pd scopre l’acqua calda. La puntata No-Tav dimostra solo la politicizzazione di alcuni conduttori che da tempo il Pdl denuncia”. A scagliarsi contro la trasmissione di Rai Tre anche Giorgio Merlo, deputato pd e vicepresidente della commissione di vigilanza Rai: “Anche Fazio dovrebbe rispettare il principio che la propaganda aperta deve essere più contenuta. Ci chiediamo se la propaganda anti-Tav sia un modello di giornalismo da servizio pubblico”.

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Magari le parole di Mercalli a “Che tempo che fa” non rispettano davvero le caratteristiche del giornalismo da servizio pubblico ma allora cosa dire dell’ennesimo editoriale di Minzolini nel corso del Tg1 di ieri sera? E di Radio Londra di Giuliano Ferrara? Il direttore, che sta portando alla rovina il telegiornale della rete ammiraglia della Rai, ha dato ulteriore sfoggio del suo amore per il premier Silvio Berlusconi difendendolo dalla richiesta di dimissioni che arriva da più parti, mentre al termine del TG1 il direttore de Il Foglio nel corso di Radio Londra è andato addirittura oltre parlando di Berlusconi “eroe popolare” e andando all’attacco dei magistrati. Ecco, se quello di Fazio (forse) non è un giornalismo da servizio pubblico, quello di Minzolini e Ferrara è (sicuramente) un giornalismo a favore di un privato.

 

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