USA: Perry avanti in Nevada, ma perde straw-poll in Michigan

La battaglia è ormai tutta tra Rick Perry e Mitt Romney e, contrariamente alle previsioni fino a qualche settimana fa, la sfida tra i due candidati alle primarie del Partito Repubblicano sembra destinata a diventare sempre più serrata e meno scontata. I risultati, infatti, che emergono dai vari sondaggi e simulazioni di voto suggeriscono una maggiore prudenza rispetto a quanti avevano dato ormai per scontata la nomination per Perry.

Il governatore del Texas si imporrebbe in Nevada, con il 29% dei consensi contro il 25% di Romney. Se tale risultato fosse confermato ai caucus, per Romney sarebbe una sconfitta bruciante, dato che nel 2008 qui si era imposto ampiamente. Giocherebbe in favore di Perry l’appoggio del governatore Brian Sandoval e l’inclinazione libertaria del primo stato ad ovest che voterà per le primarie dei Repubblicani. Una vittoria di Perry, dunque, avrebbe un effetto strategico, perchè da un punto di vista temporale ciò costringerebbe Romney a giocare all’attacco per risalire la china, avendo però egli un profilo più da moderato dell’estabilishment.

Ma l’ex governatore mormone del Massachussets si può consolare, nel frattempo, con i risultati dello straw poll in Michigan, dove ha prevalso sullo sfidante Perry. Un dato, tuttavia, che molti davano per scontato, visto che qui era stato governatore il padre di Romney e lo stesso Mitt vi aveva trascorso l’infanzia.

Ma scontati o meno che siano, i dati altalenanti sulle intenzioni di voto tra l’elettorato di destra in America tengono tutti in fermento. In effetti, nel primo e nel terzo dibattito tra i candidati del GOP, Rick Perry non ha brillato, avendo meno esperienza di altri, Romney in testa ed essendo per le sue caratteristiche più adatto per il vasto pubblico che per i dibattiti un pò ingessati.

E adesso entrambi i candidati dovranno soprattutto dimostrare di essere in grado di sconfiggere Barack Obama in un ipotetico scontro alle prossime presidenziali. E’ su questo terreno che si giocherà la partita, perchè come insegna la storia delle primarie qui in America, alla lunga gli elettori si orientano a scegliere il candidato che ritengono avere più chance per la vittoria finale contro l’avversario della coalizione opposta.

 

 

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