Cina, miliardario entra nel comitato centrale del Partito Comunista

E’ la fine di un’era. Per quanto ormai fossimo abituati a guardare la Cina come una superpotenza di stampo capitalista, non eravamo forse ancora abituati all’idea che persino i vertici comunisti che la guidano possano essere essi stessi parte del capitalismo. Una visione superficiale la nostra, ma che oggi viene infranta dall’annuncio che Liang Wengen entra a fare parte del comitato centrale del Partito Comunista. Chi è Wengen? E’ un imprenditore privato, il più ricco in Cina, con un patrimonio stimato attorno a 70 miliardi di renmibi, circa 11 miliardi di dollari. Tanto per fare un paragone, uno più ricco del nostro premier di circa il 30%.

E cos’è il comitato centrale del PC? E’ un organo, formato da 200 membri, che rappresenta l’élite della Repubblica Popolare, una guida suprema, che indica il percorso da seguire per il Paese. Ritenuto più simbolico che fattivo, in realtà, la sua influenza è molto ampia e la nomina di Wengen a membro del comitato è tutt’altro che simbolica.

L’imprenditore è presidente della Sany, un’azienda di scavatrici e gru, che in un Paese in pieno boom immobiliare ha fatto la fortuna del suo fondatore. Sany è sorta nel 1987, mentre è del 2004 l’ingresso di Wengen nel Partito Comunista, quando ormai il capitalismo e i suoi rappresentanti erano stati sdoganati da almeno un decennio in Cina.

Adesso, si parla di un suo incarico nello Hunan, ma anche dell’assegnazione di una possibile carica di vice-segretario del partito. La volontà ostentata di dimostrare che la Cina è una potenza del capitalismo, in cui la guida resta saldamente in mano al Partito Comunista, non più composto da burocrati, ma di uomini rampanti dell’era moderna.

 

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