Grecia, sì a tassa immobili. Barroso: resterà nell’euro

Il Parlamento di Atene ieri ha approvato con 155 voti favorevoli e 142 contrari la legge che introduce la nuova imposta sugli immobili, che tra quest’anno e il 2012 dovrà produrre gettito per almeno 4,8 miliardi di euro. Questa nuova ed ennesima tassa, imposta dall’austerity del governo Papandreou, ha il fine di eliminare il buco di bilancio di 2 miliardi sul 2011, che sarebbe una pietra tombale per la ricezione di nuovi aiuti da parte di Bruxelles.

La troika (BCE, UE e FMI) si è già messa al lavoro, per valutare i tempi e la possibilità del rilascio della sesta tranche di aiuti per 8 miliardi di euro, senza i quali la Grecia andrebbe in default in poche settimane.

Intanto, tenta di rassicurare i mercati il presidente della Commissione UE, José Manuel Barroso, il quale ha dichiarato che la Grecia è e resterà nell’Eurozona. Lo stesso Barroso ha poi indicato negli Eurobond la strada per riottenere la fiducia dei mercati, per recuperare anzitutto la fiducia “politica”. Il numero uno di Bruxelles ha, infatti, affermato che dopo avere intrapreso la strada della disciplina, l’emissione centralizzata di bond sarebbe la soluzione ideale per tutti, che andrebbe in favore di quanti rispettino i vincoli di bilancio.

Una dichiarazione che, tuttavia, rischia di surriscaldare ulteriormente il clima in Germania, Paese ostile all’idea di emissione unica dei bond dell’Eurozona, proprio alla vigilia del voto del Bundestag sul rafforzamento del Fondo salva-stati, l’Efsf. I tedeschi difficilmente potranno accettare, infatti, di pagare più interessi sul proprio debito, a causa di un tasso di rendimento medio sui bond, che risulterebbe per loro più alto dei livelli attuali.

 

 

Impostazioni privacy