Vertice UE-Est Europa, fredda Minsk e caso Ucraina

Oggi in Polonia prende il via il vertice tra l’Unione Europea e i sei stati dell’Europa Orientale: Armenia, Azerbajan, Bielorussia, Georgia, Moldova, Ucraina. Varsavia è, infatti, presidente di turno dell’Unione e gli incontri si terranno qui. L’obiettivo del vertice, il primo dopo quello del 2009 a Praga, è di creare un assetto stabile di relazioni diplomatiche ed economiche con i sei stati orientali al fine di intensificare i rapporti. Nonostante le buone intenzioni, non sarà assolutamente facile percorrere la strada che Bruxelles vorrebbe intraprendere.

Parliamo di sei stati sorti dallo scioglimento dell’ex Unione Sovietica, non come nei casi degli altri stati del Patto di Varsavia, semplicemente di ex regimi comunisti. Anzi, a dirla tutta, in qualche caso di “ex” c’è poco, perchè ne sono rimasti intatti gli apparati sovietici e persino il modo di gestire le istituzioni. Parliamo senza dubbio della Bielorussia, con il presidente Lukaschenko considerato l’ultimo dittatore d’Europa, al potere sin dal 1994. Qui i servizi segreti continuano a chiamarsi KGB, sono soliti riempire le abitazioni degli avversari politici di cimici e le elezioni politiche e presidenziali sono semplicemente una farsa dalla quale l’attuale capo di stato trionfa regolarmente con oltre il 90% dei consensi.

Ma più in generale, c’è un problema di consolidamento della democrazia, ancora troppo flebile, come anche in Georgia e Ucraina. C’è una fortissima attrazione innegabile verso l’amico-padrone di sempre, la Russia, che con Putin sta cercando di ricreare su altre basi una nuova Urss.

In Ucraina, ad esempio, la Rivoluzione Arancione del 2005 si è risolta in governi instabili, accuse di corruzione e persino con la ex premier Timoschenko alla sbarra per presunte tangenti. L’Unione Europea parla di caso montato ad arte, ma già ciò rende l’idea di quanto poco semplice sia affrontare il dialogo con Paesi che guardano per almeno la metà delle loro popolazioni ad est.

La Bielorussia non si è presentata nemmeno a livello politico, preferendo inviare un ambasciatore, come dire: ci sono, ma non troppo. E che dire del fatto che una tale iniziativa rischia di esacerbare i rapporti tra UE e Russia, che vede come fumo negli occhi ogni tentativo dell’Occidente di espandersi ad est, a ridosso dei suoi confini? Si tratti di Nato o di UE.

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