Paicha, il tè bianco che bianco non è

Il pai cha è un tè molto particolare: sembra un tè bianco, prima di berlo; le sue punte rimandano decisamente a quell’idea; ma, al primo sorso, esso si mostra per quello che è: lavorato in modo da rivelare le qualità olfattive e gustative tipiche dei tè verdi.

Coltivato nelle valli di Anji, quest’ultima è un zona situata nel nord della provincia dello Zhejiang, ed è meglio nota come la patria dei bambù, che crescono tra le sue montagne e i suoi fiumi. Si narra che i suoi abitanti scoprirono per caso un’antica pianta di tè dalle foglie bianche, il cui colore dei boccioli cambiava, e continua a farlo, in base alla stagione: grigio prima della Festa dei defunti, tendente al verde nel periodo del Guyu (6° periodo solare, di solito il 19, 20 o 21 aprile) ed infine verdi. È reso ancor più raro dal brevissimo periodo di mietitura, che può durare al massimo un mese.

La sua lavorazione, analoga a quella dei tè verdi cinesi, avviene nel seguente modo: dopo la raccolta, le foglie vengono sottoposte a un trattamento termico che inibisce gli enzimi responsabili dell’ossidazione. Questo processo è chiamato stabilizzazione e viene fatto tramite torrefazione. Le foglie, poi, vengono arrotolate ed essiccate.

Il paicha viene considerato un tè di grande qualità, sia per le sue caratteristiche che ne fanno un tè particolare, sia per la rarità legata al breve periodo di raccolta.

Preparazione
Essendo un tè verde, preparate la vostra tazza di tè come siete abituati a fare con questa tipologia di tè.
Acqua 75 gradi
Tempo di infusione 2-2,5 minuti

Impostazioni privacy