Steve Jobs, l’uomo che ha sconfitto la morte vivendo

Una lotta serrata, quella di Steve Jobs contro il cancro. Vissuta come un guerriero, senza mai indietreggiare o arrancare. Se n’è andato poche ore dopo il primo keynote di Tim Cook, il keynote che ha sancito il passaggio di consegne effettivo al nuovo iCEO. Quasi avesse chiesto alla morte di aspettare fino all’ultimo per vedere se la sua Apple fosse passata in buone mani, lui che più di tutte l’ha amata fin dagli albori, quando la fondò con Steve Wozniak nel ’76. C’è qualcosa di tremendamente viscerale tra la Apple e Steve, tra gli utenti della mela e quel CEO che ha saputo renderla grande, una sorta di filo che sembra non spezzarsi mai, neppure ora che non c’è più.

Lui d’altronde, ha sempre vissuto il suo destino con la serenità del guerriero, e l’ha dimostrato nel celebre discorso ai neo-laureati di Stanford:  “Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: “Se vivrai ogni giorno come se fosse l’ultimo, un giorno avrai sicuramente ragione”. Mi colpì molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta che la risposta è no per troppi giorni di seguito, capisco che c’è qualcosa che deve essere cambiato”.

Ha accettato il tumore, senza abbattersi, resistendo 7 anni ad uno dei mali peggiori dell’era moderna, e ora non può che lasciare un vuoto profondo in tutti noi. Ma rimangono in noi tutti i suoi insegnamenti, perchè lui la morte l’ha sconfitta davvero, vivendo, seguendo la sua strada e cercando di seguire il proprio destino e di cambiarlo allo stesso tempo. Perchè la morte l’ha accettata, ma non si è mai fatto condizionare da lei.

Ciao Steve. Stay Hungry. Stay Foolish. Anche da lassù.

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