Il gran giorno per la gauche francese è arrivato.
Si sono aperte le urne in Francia per le primarie del Partito Socialista, con le quali la base dovrà scegliere il candidato alle prossime presidenziali di maggio, da contrapporre a Nicolas Sarkozy. E’ la prima volta che i socialisti francesi eleggono il loro leader con questa modalità all’americana. Per l’occasione sono stati allestiti 10 mila seggi e la speranza è di mobilitare almeno un milione di persone. Se nessuno dei sei candidati dovesse raggiungere il 50% più un voto, si andrà al ballottaggio previsto per la prossima domenica. E i sondaggi delle ultime ore confermano che François Hollande, ex segretario del PS, sarebbe nettamente in testa, oscillando tra il 40% e il 48% dei consensi, a un soffio dalla maggioranza richiesta, ma non dovrebbe farcela già al primo turno. L’attuale segretario dei socialisti, Martine Aubry, dovrebbe incassare intorno al 30% dei voti. Si vociferava nei giorni scorsi che se Hollande oggi avesse raggiunto un numero di voti non lontano dal 50%, la Aubry avrebbe ritirato la sua candidatura per il ballottaggio. Ma l’interessata smentisce e, anzi, conferma di volere correre.
Ma oggi potrebbe essere anche il giorno della nascita del primo figlio di Sarkozy e Carla Bruni. Una data, quindi, che il presidente francese ricorderà, in ogni caso. E per lui i sondaggi continuano ad essere impietosi. Soltanto un terzo degli intervistati ritiene che sarà confermato l’anno prossimo, mentre i restanti due terzi ritengono che l’Eliseo andrà a un socialista, il secondo nella storia della Quinta Repubblica, dopo François Mitterand.
Chiamato “Monsieur Normal”, “signor normale”, per via del modo un pò anonimo e molto pacato di fare politica, Hollande è un candidato della gauche centrista, lontano dalla retorica più militante di candidati alla Aubry. Al secondo turno, tuttavia, la sua ex moglie e rivale in corsa alle primarie Ségolène Royal, non dovrebbe portargli in dote quel circa 10-12% che i sondaggi della vigilia le accreditano.
Pensare che la figlia dell’ex presidente della Commissione Europea, Jacques Delors, alla guida del partito dal 2008 fino all’elezione di Aubry alla segreteria, aveva criticato Hollande definendo la sua sinistra “molle” e con scarse chances di vittoria contro una destra dura. Una rivincita per quello che sembra un politico non carismatico, ma a cui gli elettori di sinistra affidano le speranze di tornare a vincere.