Recensione WRC 2

La produzione tutta italiana, WRC 2, ad un anno di distanza, torna a rinfoltire quel segmento di mercato, che è la simulazione dei corse rally, lasciato scoperto dalla virata arcade di  Dirt (ex licenza di Colin McRae) . A un anno di distanza, i ragazzi di Milestone tornano con un titolo che cerca di migliorare gli aspetti meno riusciti del suo predecessore, grazie soprattutto ai tanti feedback ricevuti dalle comunità di appassionati.

Ancora una volta La Strada Verso la WRC di un piccolo gruppo indipendente, di cui saremo a capo, sarà il cuore pulsante dell’intera produzione. In questa modalità dovremo corsa dopo corsa guadagnare il seguito di sponsor che permetteranno di aumentare i nostri introiti. Grazie all’aumento di reputazione e di disponibilità economica potremo permetterci ingegneri e manager sempre più prestigiosi che, a fronte di un salario sempre più alto, ci permetteranno di mettere le mani sui migliori upgrade per i nostri bolidi e i migliori sponsor.

Il parco auto è stato leggermente ampliato e migliorato soprattutto grazie all’inserimento della Citroen DS3 e la Mini Countryman è sarà ancora diviso in gruppi che raccoglieranno le auto con prestazioni analoge. Una nota positiva va alla rinnovata gestione della fisica con auto molto più pesanti e che regalano un maggiore senso realismo alla guida, ci sono problemi invece per ciò che riguarda la gestione degli impatti, si avverte troppo, infatti, il senso di rimbalzo. Ci troviamo di fronte ad un modello simulativo con delle “licenze”.

Per ciò che riguarda le altre modalità di gameplay, troviamo ancora una volta: la scuola WRC, multigiocatore online, interi rally di cui poter gestire le tappe, singole tratte, prove a tempo contro i ghost, hot seat.

Purtroppo i problemi grafici, spina nel fianco più grossa dell’intera produzione WRC, sono rimasti pressoché invariati nonostante le migliorie generali apportate rispetto al rimo capitolo. Siamo lontani dagli standard dei concorrenti per tutte e tre le piattaforme: PC, Xbox 360, PS3.

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