Spesa pubblica da record negli ultimi dieci anni

Per riportare in ordine i conti pubblici italiani, più che intervenire mettendo a punto nuovi provvedimenti che garantiscano nuove entrate, serve che si agisca dal lato del taglio alla spesa pubblica improduttiva, quella che per intenderci è inefficiente in quando il denaro si spreca e basta. Questo è quanto, in estrema sintesi, ha affermato il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, in concomitanza con il rilascio di un’elaborazione, a cura dell’Ufficio Studi dell’Associazione degli artigiani, da cui è emerso come in Italia, negli ultimi dieci anni, la spesa pubblica sia cresciuta di ben 141,7 miliardi di euro, ovvero del 24,4%.

Invece si continua ad agire dal fronte delle nuove entrate per lo Stato, che fanno rima con nuove tasse a carico dei cittadini quando gli sprechi sono tanti. Per non parlare dei 120 miliardi di euro annui, si stima, di imponibile evaso nel nostro Paese che non “legittimano” provvedimenti possibili quali quelli legati al clamoroso ritorno dell’Ici sulla prima casa. Prima di tassare gli onesti occorrerebbe prima stangare i furbi, ma questa regola, spesso anche per convenienze di natura elettorale, sono in pochi a ricordarsela.

Anche i Sindacati in Italia sono sostanzialmente uniti nell’affermare che non è più tempo di colpire i soliti noti, visto che hanno già dato, sin troppo con le ultime due manovre finanziarie, quella di luglio e quella dello scorso ferragosto. Come per dire che una terza manovra finanziaria lacrime e sangue in pochi mesi sarebbe insostenibile tanto per i cittadini quanto per il sistema Paese.

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