Autoriparazione: quando l’unione fa la forza

Fare rete. È questa secondo la CNA/AUTORIPARAZIONE la chiave per uscire dalla crisi e rilanciare il settore dell’after-market indipendente. Di fronte alle minacce poste dal mercato, dall’evoluzione normativa e da quella tecnologia, che negli ultimi anni hanno rivoluzionato e stravolto il settore, CNA raccoglie la sfida e la rilancia in ottica di “filiera”, non più un’opportunità per le imprese del post-vendita, ma un vero e proprio imperativo. A sottolineare l’importanza della “filiera” e di una “rete di alleanze” per contrastare l’avanzata dei grandi costruttori nel mercato dell’after market è Mario Turco, responsabile CNA/AUTORIPARAZIONI.

CNA/AUTORIPARAZIONE è oggi una realtà che conta e che con il suo “peso” si candida a rappresentare il settore dell’after-market anche sui tavoli istituzionali. In che misura oggi CNA/AUTORIPARAZIONE rappresenta il settore e quali sono le prospettive per il futuro?

CNA/AUTORIPARAZIONE è da anni una realtà consolidata nel campo della rappresentanza a livello nazionale ed europeo del settore dell’assistenza e della manutenzione degli autoveicoli. Associamo oltre 30.000 imprese artigiane e piccole imprese tra meccanici, carrozzieri, gommisti, centri di revisione, di soccorso stradale e di autodemolizione. Per quanto riguarda quest’ultimo settore siamo molto soddisfatti della partnership che abbiamo siglato tempo fa con la confederazione CAR. Siamo convinti che insieme riusciremo ad attrarre un numero sempre maggiore di imprese del settore diventando la rete nazionale più rappresentativa sul piano numerico e qualitativo. Ma CNA/AUTORIPARAZIONE svolge le sue funzioni di tutela e rappresentanza anche a livello europeo: oltre ad avere una nostra sede di rappresentanza a Bruxelles, siamo presenti in molti organismi europei di settore. Ma non solo. Per scelte strategiche fatte da tempo, CNA tutela gli interessi di tutto l’after-market automotive indipendente, perseguendo l’obiettivo di posizionare al meglio le imprese indipendenti del settore in uno scenario competitivo che le vede gareggiare (e non sempre ad armi pari) con le reti di assistenza delle case automobilisti e con le reti di soft-franchising.

Il settore del post-vendita automobilistico è un settore sotto pressione, alle prese con continue sfide dettate dall’evoluzione normativa e tecnologica. Quali sono le problematiche principali del settore?

È verissimo, il settore del post-vendita auto è sottopressione: le case costruttrici e le reti concessionarie hanno perso, stanno perdendo e probabilmente perderanno ancora significativi margini di guadagno sulla vendita delle auto nuove. Per questo hanno deciso di tuffarsi con decisione sul mercato del post-vendita, per via dei valori economici che sono in gioco. Nel nostro Paese la spesa complessiva per l’auto vale circa il 7% del PIL (circa 200 miliardi all’anno). Di questi, 30 miliardi all’anno vengono spesi per la sola manutenzione e riparazione degli autoveicoli (di cui 20 miliardi solo in ricambi). Per i costruttori, i ricambi rappresentano il 10% del fatturato, ma il 50% dei profitti. Per i concessionari, le attività di post-vendita rappresentano il 12% dei ricavi, ma il 42% dei profitti. I numeri parlano da soli… Inoltre, l’evoluzione tecnologica ha profondamente trasformato l’auto, anche per rispondere all’evoluzione delle normative comunitarie e nazionali in materia di ambiente e sicurezza. E per di più, tutto è avvenuto velocemente. Il risultato di questa “rivoluzione” si è concretizzato in una maggiore affidabilità dell’auto e nell’allungamento degli intervalli di manutenzione. Insomma, il mercato del post-vendita si restringe, la concorrenza aumenta e non sempre in maniera leale. Per fortuna, a tal proposito, è intervenuto il Regolamento Europeo 461/2010 che detta le regole per una sana concorrenza tra le reti autorizzate e le imprese indipendenti nel settore del post-vendita auto. Ci sono, inoltre, una serie di elementi che ci preoccupano perché condizionano negativamente la dinamica delle imprese indipendenti. Mi riferisco alla rapida evoluzione tecnologica della componentistica e delle attrezzature e alla maggiore affidabilità delle vetture con il conseguente allungamento degli intervalli di assistenza programmata, al gap formativo degli operatori indipendenti, alla ridotta dimensione dell’impresa indipendente rispetto alle reti autorizzate, all’aumento del periodo di garanzia, alla scarsa offerta di prodotti e servizi ai propri clienti da parte degli indipendenti. Qual è la ricetta anti-crisi? Quali sono le priorità? All’interno di questo contesto generale, non certamente positivo per le imprese indipendenti del settore, la CNA intravede una priorità assoluta, dalla quale scaturiscono tante altre subordinate: rilanciare e promuovere con maggiore efficacia il percorso finalizzato a qualificare e consolidare il posizionamento strategico degli operatori indipendenti su questo mercato attraverso processi di crescita imprenditoriale di tipo individuale e processi di “aggregazione tra imprese”.

Quanto la strategia della rete e delle alleanze può contribuire al rilancio del settore?

Occorre puntare sulla forza della rete. Per difendere e rilanciare il posizionamento delle imprese indipendenti, uno tra gli strumenti da mettere in campo subito è la costruzione di proprie reti di assistenza e riparazione. Partendo dai territori, è necessario confluire in una rete nazionale, che deve competere sul piano della qualità e della capacità con le reti delle case auto, dei concessionari e delle reti di soft-franchising. La rete di CNA/AUTORIPARAZIONE può contare su alcuni vantaggi competitivi rispetto alle reti dei concorrenti: diffusione capillare sul territorio di migliaia di imprese (in grado di offrire un servizio di prossimità); possibilità di costruire una rete nazionale con economie di scala; una forte rappresentatività nei confronti degli interlocutori economici ed istituzionali. I nostri obiettivi? Conservare l’indipendenza della rete e quella delle singole imprese che ne fanno parte, oltre che ampliare gli orizzonti degli operatori indipendenti al fine di consolidare il loro spazio ed il loro ruolo nel mercato attuale e futuro del post-vendita. Per perseguire questo obiettivo strategico è fondamentale la partnership con gli altri attori importanti della filiera indipendente del post-vendita, vale a dire i produttori ed i distributori indipendenti di ricambi e di attrezzature. A tal proposito, siamo soddisfatti di avere da tempo rapporti strutturati di collaborazione con ADIRA e AICA.

La vocazione al dialogo e alla collaborazione che contraddistingue la vostra attività è il motore che ha portato all’intesa con il CAR. Qual è l’obiettivo?

L’intesa con CAR ha l’obiettivo di rappresentare al meglio le imprese di autodemolizione. L’obiettivo è quello di proporci a queste imprese come punto di riferimento per la difesa e la tutela dei loro diritti. Noi ascoltiamo la loro voce e diamo loro voce. Altre sedi di rappresentanza sono improprie e inadeguate alle esigenze delle imprese. D’altronde, basta dare un’occhiata ai numeri della iniziative organizzate da CAR e CNA. Non ci risulta che altre associazioni di categoria abbiano i nostri stessi numeri e il nostro stesso seguito di pubblico e di critica. Mi piace, inoltre, sottolineare che è in dirittura d’arrivo il processo di affiliazione di CAR a CNA. A quel punto CAR farà parte a pieno titolo del sistema nazionale CNA e potrà utilizzare tutte le opportunità (anche in termini di servizi e consulenza) messe a disposizione dalla nostra Confederazione.

Quali iniziative avete in programma congiuntamente?

Tante. L’obiettivo di breve termine è quello di correggere quanto esiste di sbagliato nel sistema SISTRI, oltre che nel più recente sistema di raccolta e smaltimento dei PFU. È il nostro lavoro quotidiano, purtroppo non sempre ascoltato dalle autorità in materia. Ma non ci arrendiamo, proseguiamo nella nostra battaglia. Insieme al CAR, saremo inoltre presenti alla Fiera ECOMONDO di Rimini con uno stand che servirà da punto di raccolta e di riferimento per tutti gli operatori del settore, una sorta di operazione di “porta a porta” che coinvolgerà tutti gli autodemolitori che visiteranno la Fiera, per continuare, anche in quella sede, l’attività congiunta di CAR/CNA di marketing associativo. Anche quest’anno ECOMONDO riserva un’apposita area alla filiera dell’ELV – END OF LIFE VEHICLE.

La filiera dell’after-market è continuamente alle prese con l’evoluzione normativa. Dal 7 settembre, ad esempio, sono entrate in vigore nuove norme per la gestione dei rifiuti relativi ai pneumatici fuori uso (PFU) che impongono l’applicazione di un “contributo ambientale” aggiuntivo al prezzo del pneumatico stesso per finanziare questo sistema di raccolta. Come giudicate questo nuovo provvedimento?

Il principio è giusto ed è in linea con le scelte politiche europee in materia di responsabilità dei produttori e distributori, alle quali tutti gli Stati membri si devono adeguare. Inoltre, per i gommisti ora il servizio è gratuito, mentre prima pesava sulle loro tasche. Il problema però è sempre lo stesso: in questo Paese si lanciano da un giorno all’altro sistemi operativi e gestionali di livello nazionale, complicati dal punto di vista tecnico e che spesso stravolgono la vita delle imprese, senza interpellare preventivamente i diretti interessati per sondare le loro esigenze o le loro perplessità. L’opinione degli operatori del settore serve proprio a garantire il buon funzionamento del sistema. Invece, troppo spesso la macchina parte, ma poi puntualmente non funziona o si inceppa. SISTRI docet. Abbiamo questo presagio anche per quanto riguarda i PFU. Abbiamo perciò chiesto un incontro al Ministero per esporre alcune nostre perplessità e alcune problematiche da risolvere. Ci auguriamo che ci ascoltino.

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