Russia, Putin non garantisce su futura premiership di Medvedev

Intervistato da una TV russa, il premier Vladimir Putin parla del suo futuro politico e ancora una volta il suo messaggio diventa l’occasione per fare pronostici su quello che accadrà nell’ex impero sovietico nei prossimi anni, forse decenni. Il premier si è presentato con modestia, sostenendo anzitutto che il risultato del voto non è affatto scontato, perchè un cittadino ha sempre il diritto di scegliere per chi votare. Anche Medvedev aveva espresso la stessa affermazione il mese scorso, nel tentativo di garantire sulla regolarità del voto e sullo stato di salute della democrazia russa.

E quando si parla del suo futuro al Cremlino, Putin rincara la dose di finta modestia, sostenendo di avere dubitato sulle sue qualità di presidente, perchè essere a capo del Cremlino è qualcosa di estremamente importante, ma di essere certo di potere essere l’uomo migliore per tale scelta. Insomma, una sviolinata all’opinione pubblica, per ribadire le sue credenziali di uomo comune prestatosi al servizio della nazione. Ma l’aspetto più importante del discorso di Putin è stato in riferimento sia al destino politico del suo amico e attuale presidente Dmitri Medvedev, che per la politica estera.

Su Medvedev, ha affermato di non sapere ancora quale ruolo potrebbe avere nel prossimo governo, in caso di vittoria di entrambi. Un dato sorprendente, visto che da mesi, anzi, da anni, si sa che Putin tornerà alla presidenza e Medvedev sarà “risarcito” con il ruolo di premier. La sensazione è, tuttavia, che si tratti di una strategia mediatica, con cui i due politici vogliono dare l’impressione che non esistano giochi fatti, che il corso degli eventi sarà determinato solo dal voto dei russi. Sempre rivolto alla politica interna, poi, Putin promette che in caso tornasse alla presidenza saranno destinate maggiori risorse allo stato sociale.

I sondaggi lo danno di gran lunga il super-favorito nella corsa al Cremlino, anche grazie all’ottima congiuntura economica dell’ultimo decennio. E sulla politica estera, l’attuale premier non è meno colomba. Sostiene che farà di tutto per difendere gli interessi di Mosca nel mondo, ma ribadisce la sua volontà di volere andare d’accordo con l’Occidente e ammette che non sarà un falco. Un segnale di distensione lanciato soprattutto all’Unione Europea?

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