Vietato il corteo alla Fiom per colpa dei violenti di Sabato scorso

Niente corteo venerdì prossimo a Roma per i lavoratori metalmeccanici della Fiat, che si vedranno concessa  la sola piazza della Repubblica a causa degli scontri di sabato scorso. La notizia proviene proprio della Questura di Roma, luogo in cui si è tentata una trattativa tra i delegati sindacali della Fiom ed il questore per tutelare da un lato il diritto a manifestare ma nello stesso tempo per dare respiro ai cittadini romani che hanno subito intollerabili violenze appena la settimana prima. In aggiunta a ciò, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha ufficializzato una ordinanza che proibisce per un mese qualsiasi corteo in tutto il primo municipio della Capitale.

La rappresentanza del più grande comparto della Cgil si era recata a chiedere l’autorizzazione per scendere in piazza il 21 ottobre prossimo, ma si è vista rispondere picche dalla questura, ha spiegato il segretario generale Maurizio Landini, che ha raccontato come alcuni giorni fa, già prima degli eventi di sabato, la Fiom aveva chiesto di avere piazza Navona per concludere la manifestazione, ma di non aver avuto l’ok, discorso identico per piazza Farnese. Infine adesso, dopo quanto accaduto, la questura ha vietato anche piazza Santi Apostoli.

La Fiom intanto prende decisamente le distanze dagli atti vandalici avvenuti durante la manifestazione degli “indignados”, senza giustificazione alcuna per gli autori degli scontri, i famigerati “black block”, a cui anzi indirizza il messaggio di stare ben lontani dalle loro prossime manifestazioni. Intervistato a Radio3 della Rai, Landini ha ribadito la gravità di quanto avvenuto nella capitale ed ha aggiunto: “Venerdì faremo una manifestazione di metalmeccanici a Roma, una manifestazione nostra, col servizio d’ordine nostro, se qualcuno vuol fare casino è meglio che non venga, la organizziamo noi e garantiamo noi, non permetteremo ai furbi di mescolarsi”. Il leader sindacale chiede anche che la Fiom sia ascoltata in Parlamento per denunciare la completa “assenza di una politica industriale che mette a rischio tante aziende. Serve un piano straordinario della mobilità sostenibile. Ma il governo l’unico provvedimento che ha fatto è l’articolo 8 della manovra bis”, ossia quello (val la pena di ricordarlo) che si preoccupava di agevolare i licenziamenti senza giusta causa.

Giorgio Airaudo, segretario nazionale della Fiom, spiega a sua volta le ragioni della protesta e racconta di come l’Ad Fiat, Sergio Marchionne, abbia cambiato le carte in tavola rispetto agli annunci dell’aprile del 2010, quando vide la luce il famoso piano “Fabbrica Italia”. Da allora molti modelli “sono slittati o hanno cambiato destinazione, mentre altri sono proprio scomparsi” ed il risultato è che invece di 1 milione e 4mila auto all’anno, tutti gli stabilimenti del Lingotto ne producono ora circa 500mila, con ricadute negative sui livelli occupazionali.

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